Atac, un autobus su 2 senza aria condizionata: «Aprite i finestrini»

Martedì 23 Giugno 2020
Atac, un autobus su 2 senza aria condizionata: «Aprite i finestrini»

Per gli habitué dei trasporti pubblici romani sarà un’estate calda, caldissima. Non tanto per l’eccezionalità dei bollettini meteo, ma perché metà flotta dell’Atac viaggerà senza poter abbassare la temperatura a livelli accettabili, ora che dalla Regione sono arrivate le indicazioni Covid sui climatizzatori per i bus. Vietato il «ricircolo interno» dell’aria, così come avevano già prescritto gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità: «Negli impianti di ventilazione, eliminare totalmente il ricircolo dell’aria». Per l’Atac, alle prese con un parco mezzi ultra-datato, parzialmente rinnovato negli ultimi anni, è l’ennesima tegola. Perché solo le navette più recenti, quelle immatricolate dopo il 2015, sono dotate di impianti moderni, in grado di assicurare corse adeguatamente refrigerate. Tutti gli altri autobus no.

Atac, niente controllori, così sui bus si viaggia gratis: «Boom di ticket evasi»
Coronavirus, bus e tram senza controlli e i mezzi tornano affollati

Non si tratta di una quota marginale del parco mezzi. Ma, appunto, della metà delle vetture che ogni giorno lasciano i depositi. Veicoli dotati di condizionatori che permettono sì la modalità «ricircolo esterno», ma che così non sono minimamente in grado di abbassare la temperatura se fuori si scavallano abbondantemente i 30 gradi. Troppo vecchi per poter condizionare l’aria a dovere, se da fuori arriva un flusso troppo caldo. Già questa settimana, per dire, le temperature massime nella Capitale supereranno i 32-33 gradi. C’è da figurarsi cosa potrà succedere più in là, durante il solleone, con i passeggeri peraltro obbligati a tenere la mascherina (e in teoria pure le distanze di sicurezza).

LA DIRETTIVA SUI FINESTRINI
La partecipata è consapevole delle difficoltà logistiche che le norme sui condizionatori comporteranno. Ma l’azienda ha le mani legate: se queste sono le regole, tocca rispettarle, dicono nel quartier generale di via Prenestina. L’unica direttiva presa, per il momento, è l’invito a tenere sempre aperti i finestrini, su tutti i bus, per assicurare il ricircolo dell’aria. Una misura che però, quando le temperature cresceranno ulteriormente, rischia di diventare poco più che un palliativo.

LE CARCASSE
Si punta un po’ sull’arrivo dei nuovi bus. Previsto per marzo, l’approdo nelle rimesse delle prime navette dovrebbe slittare a luglio: una boccata d’ossigeno, in tutti i sensi. Intanto la municipalizzata ha deciso di disfarsi di centinaia di mezzi ormai ridotti a rottami: tra questi quelli abbrustoliti dai roghi degli ultimi anni, i famosi flambus. Con una delibera del Consiglio d’amministrazione varata a maggio, l’Atac sta provando a vendere 477 carcasse di bus più altre 12 di vecchi tram. Mezzi, si legge nelle carte dell’azienda, «non più in uso nella flotta Atac per ragioni dovute ad obsolescenza tecnica o ad incendi o incidenti che ne hanno reso impossibile il ripristino». Altri bus invece sono ancora in circolazione, ma sono vecchi euro 3 che l’azienda sfrutta in deroga alle norme di circolazione nel Comune di Roma. Ora tocca dismetterli. Da qui la decisione di vendere tutto il pacchetto, frazionato in 4 lotti: chi lo comprerà - la base d’asta è 184mila euro - potrà rottamare i bus e guadagnarci dal recupero dei materiali.

FONDI SBLOCCATI
Sempre sul fronte finanziario, il Comune ieri ha riconosciuto ad Atac 4 milioni di vecchi debiti. Ma è sempre poca cosa rispetto alla voragine che si è aperta nei conti di via Prenestina: tra la crisi Covid e il crollo della bigliettazione (dovuta anche all’assenza di controllori a bordo), le perdite potrebbero superare i 200 milioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA