Roma, ronde degli autisti sui bus: ma il Comune dice no

Mercoledì 25 Settembre 2019 di Lorenzo De Cicco
Conducenti Atac

Gli autisti dei bus fanno sul serio: dopo aver appeso i cartelli nei depositi dell'Atac a caccia di volontari - obiettivo: «difendersi da soli» - è pronta a partire la prima ronda sui mezzi a rischio della Capitale. L'operazione self-security dei conducenti dovrebbe cominciare già domani, nel deposito della Magliana, a due passi dal campo rom di via Candoni. È una rimessa malfamata, dove non si contano più le sassaiole contro le navette o le zuffe. A giugno un ospite della baraccopoli dei nomadi riuscì addirittura a penetrare nel garage della partecipata e a dare fuoco a una navetta. I dipendenti dell'Atac si dicono ormai spazientiti, ma non rassegnati. Ecco allora l'idea di organizzare le ronde, fuori dall'orario di lavoro, per controllare da soli le tratte più pericolose. Faranno da scorta ai colleghi al volante e si porteranno dietro i «taglierini», raccontano, oppure lo «spray al peperoncino», quello che la municipalizzata non ha mai voluto dare in dotazione, come accade invece in altre città d'Italia. «Ma li useremo solo per legittima difesa», assicurano.

Bus Roma, l'ultima mossa degli autisti: «Difendiamoci da soli, organizziamo le ronde»

 



I NUMERI
A Palazzo Senatorio c'è preoccupazione. Sia per i numeri delle aggressioni - 63 da inizio anno, 200 in totale se si contano anche le risse tra passeggeri - sia per le possibili reazioni degli addetti. Il neo-assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese, rischia di avere un battesimo di fuoco. «Sono pronto ad ascoltare gli autisti e a capire le loro ragioni - diceva ieri in Campidoglio - ma è chiaro che le ronde non possono essere una soluzione. Servono più agenti delle forze dell'ordine, ancora aspettiamo quelle che ci ha promesso l'uomo del Papete...». Alternative non ci sono, è convinto l'assessore fresco di nomina: «L'idea del bigliettaio a bordo è stata presa in considerazione e studiata, ma avrebbe costi troppo elevati, insostenibili in questo momento. Atac ha anche valutato la possibilità di mettere un secondo dipendente a bordo, su alcune tratte rischiose, come sperimentazione». Ma per ora si punta soprattutto a ottenere più agenti di polizia. Dice no alla «difesa fai-da-te» anche il delegato alla Sicurezza di Raggi, Marco Cardilli: «Capisco certe reazioni dettate dall'emotività, ma le ronde già in passato, in tanti contesti, si sono dimostrate inefficaci. Tocca aumentare la collaborazione con le forze di polizia». Venerdì in Prefettura è in programma un vertice per parlare dei bus insicuri.
La giunta Raggi, spiega Cardilli, si impegnerà ad aumentare il numero dei bus dotati di telecamere e chiederà che su alcune linee gli impianti possano essere collegati «live», in caso di bisogno, con le centrali operative di Polizia e Carabinieri. «Abbiamo già avviato un monitoraggio su tutte le linee potenzialmente rischiose, per mappare zone e fasce orarie delle aggressioni», conclude il delegato alla Sicurezza.
Nonostante l'idea delle ronde sia cassata dall'amministrazione, i conducenti tirano dritto. «I lavoratori si sentono abbandonati -dice Claudio De Francesco, leader della Faisa Sicel - Nonostante i tanti episodi gravissimi accaduti solo negli ultimi mesi, non abbiamo avuto risposte minimamente risolutive. Ora tocca dare un segnale forte, ci difendiamo da soli». 

Ultimo aggiornamento: 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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