Roma, fuga dai nidi comunali: «Troppo cari e lontani»

Domenica 16 Febbraio 2020 di Stefania Piras
Roma, fuga dai nidi comunali: «Troppo cari e lontani»

Asili nido vuoti, e non è solo colpa della denatalità. Possibile ci siano liste d'attesa di bimbi che aspettano di entrare in un asilo nido mentre in realtà si registrano decine e decine di posti vuoti dentro quello stesso asilo? Sì, possibilissimo. Succede a Roma dove i numeri delle rinunce ai nidi sono, in quasi tutti i Municipi, superiori al numero dei bambini in lista d'attesa.

LEGGI ANCHE Scuola, nuove regole: la materna diventa obbligatoria: in classe a 3 anni, ministero al lavoro per la rivoluzione

Ora l'amministrazione capitolina sta correndo ai ripari per far coincidere domanda e offerta e ha modificato i criteri per le iscrizioni ai nidi per gli anni 2020 e 2021. Ma è tardi. I dati degli uffici che compilano i saldi tra iscrizioni e rinunce comunicano una notizia che è la vera sconfitta del mondo dell'infanzia capitolino: i nidi non sono più appetibili, troppe rinunce, troppi fattori negativi e spie di un trend allarmante. E quindi la strada maestra dell'amministrazione potrebbe essere una sola: razionalizzazione e quindi potenziale chiusura e accorpamento di strutture.

SOTTOUTILIZZATI
L'indice di utilizzo dei nidi pubblici e convenzionati non corrisponde al 100%. Il XIII Municipio, all'Aurelio, è il territorio dove c'è la domanda più bassa. Ma in generale dai dati ricavati a dicembre 2019 si evince che su 14743 posti disponibili in tutto, gli iscritti ai nidi capitolini sono solo 13830 (il 93,8%). I nidi offerti da Roma Capitale sono sottoutilizzati. E siccome non sono metropolitane sfasciate, come la A e la B, dove le fermate restano chiuse anche 320 giorni o le scale mobili si rompono, ma sono servizi che non hanno alternative, qui l'alternativa c'è.

LEGGI ANCHE Family Act, misure 2020: assegno unico, agevolazioni e congedo di paternità

Dove vanno tutti gli altri? O hanno rinunciato perché i nidi sono troppo cari o i posti assegnati sono lontani oppure chiamano in soccorso i nonni (beato chi ce li ha) o ancora si rivolgono direttamente a un asilo privato che costa quasi quanto quello comunale. Aggiungendo un centinaio di euro in più inoltre si trovano servizi di gran lunga migliori: orari lunghi e flessibili, molte meno giornate di chiusura e un approccio finalizzato ai reali bisogni dei genitori. Nel Municipio delle Torri ad esempio a fronte di 1868 posti e 1754 iscritti ha 140 bimbi in lista d'attesa e 93 rinunce. Nel V Municipio 81 bimbi in attesa e 50 rinunce. Al III invece ci sono 94 rinunce e quindi posti liberi e 25 bambini in attesa.

CONTENERE I COSTI
E che succede se quegli asili hanno meno bimbi del previsto? Succede che c'è la «necessità di contenere i costi di gestione», come si legge nella delibera di giunta approvata lo scorso 7 febbraio. Perciò se prima i genitori dovevano indicare al momento dell'iscrizione del figlio in via prioritaria la preferenza per tre nidi di proprietà pubblica (a gestione diretta, in finanza di progetto o in concessione), e solo in via sussidiaria altre tre opzioni per strutture private convenzionate i cui posti potevano essere assegnati nel caso di mancata disponibilità di posti nei primi tre nidi pubblici, ora si cambia a favore del privato convenzionato.

Le preferenze per i nidi capitolini a gestione diretta diventano due invece, mentre quattro diventano le preferenze da indicare per i nidi a gestione indiretta.

Altra novità: nel caso in cui nel raggio di 500 metri (non più 300) di percorso pedonale dall'abitazione dell'utente, non sia presente alcun nido a gestione diretta o in concessione o in finanza di progetto, ma siano invece presenti uno o più nidi privati in convenzione, anche questi potranno essere indicati tra le prime due opzioni. Inoltre l'accettazione del posto assegnato con l'approvazione della graduatoria definitiva dovrà avvenire entro dieci giorni. Obiettivo? «Conservare in efficienza e di razionalizzare la rete pubblico-privata». 

Ultimo aggiornamento: 15:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA