Roma, anziana positiva fugge dalla casa di cura «Non avvicinatevi a lei» Ricerche in centro

Giovedì 19 Novembre 2020 di Raffaella Troili
Anziana positiva fugge dalla casa di cura «Non avvicinatevi a lei» Ricerche in centro

Positiva al Covid e in fuga. Scappata da una Rsa ora si aggira per il suo amato centro, tra il Pantheon, piazza di Spagna, Fontana di Trevi. Sulle sue tracce, familiari, agenti del commissariato Aurelio, Scientifica. La donna, Sayoko Miyake, 68 anni, giapponese, ma italiana dall’86, per venti anni ha fatto la guida turistica, traduceva dall’italiano al giapponese, conosce a memoria le strade di Roma, specie quella antica. Ricoverata nella casa di cura Nostra Signora del Sacro cuore all’Aurelio, affetta da psicosi cronica ma furba e svelta, lunedì sera dopo aver svuotato l’armadietto e riempito due borse con tutte le sue cose, è fuggita con astuzia dal reparto allestito al secondo piano per i pazienti risultati positivi dopo il contatto con un’anziana trasferita.

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Le telecamere la inquadrano alle 19,40 mentre corre verso il cancello.

Un’infermiera poco prima si era accorta della sua assenza ed era andata a cercarla per la struttura. Poco dopo avviseranno i familiari, la figlia Naomi e il marito - che iniziano a cercarla senza sosta in centro - e il commissariato Aurelio, dove sia la casa di cura che la famiglia hanno presentato una denuncia di scomparsa. Il problema è che la donna è positiva, asintomatica: a chiunque, familiari compresi, dovesse intercettarla, è fatto divieto di avvicinarla. Possono solo contattare immediatamente il 118 e le forze dell’ordine.

«Rifiutava l'isolamento»

«Lunedì mattina avevo ricevuto una telefonata - racconta la figlia Naomi -in cui la rsa mi informava che mia madre era risultata positiva al tampone eseguito il 12 ed era in isolamento. Inoltre da qualche giorno era irrequieta a causa del confinamento e tentava di andarsene, con la scusa di dover vedere amici». La donna definita da medici e parenti «una ribelle» già in passato aveva provato a scappare ma era stata fermata. Stavolta ha studiato tutto nei dettagli. Aspettato il cambio turno, per eludere lo staff infermieristico, è scesa a piano terra, qui in assenza di vigilanza è riuscita ad aprire le doppie porte (entrambe chiuse da fuori ma internamente dotate di leve antipanico). Era lì da un anno, insofferente. Alle spalle fughe e sparizioni, «la struttura conosce tutto il suo storico clinico. Mia madre è molto intelligente, istruita ed educatissima, composta e molto riservata, riesce ad ammaliare e manipolare. Ma può chiudersi in un mutismo se contrastata e contraddetta».

Ex accompagnatrice turistica per Roma, Firenze, Napoli e Pompei ha perso il marito anche lui guida turistica di Roma nel ‘90. I familiari l’hanno cercata anche ieri, non è la prima volta che scompare, «non ce l’abbiamo con la struttura, gli infermieri sono bravissimi ma con i malati covid forse si deve fare più attenzione...». Le sue psicosi l’hanno portata a sparire già a lungo «venne ritrovata dopo tre anni di ricerche a piazza San Lorenzo in Lucina, non ci ha mai voluto dire dove è stata». Giudicata capace di intendere e volere, «consapevole», prendeva solo cortisone e antibiotico per il covid.

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«Era insofferente, voleva scendere in giardino con i negativi, andare a prendere il caffè alla macchinetta, non era facile gestirla, girava per il corridoio, non era libera come poteva», raccontano dalla struttura. «Ma ci sta con la testa, ha pianificato tutto, non ha lasciato nulla. Ha aspettato che andassero via i terapisti, si è affacciata, ha fatto una corsa e via... Il reparto è isolato, tra l’altro lei è rimasta nella sua stanza da due, ma non li possiamo legare al letto». Se ne è andata in pantofole, ma ha il cambio con sè. La mascherina e gli occhiali. Un pericolo, per chi la avvicina casualmente. Abitudinaria, legata al passato, alla vita agiata di un tempo, ma anche ad alcuni luoghi: il Mc Donald’s di piazza di Spagna, Fontana di Trevi, la Galleria Sordi dove prendere un caffè, il Pantheon, piazza della Maddalena. La figlia è andata a cercarla lì, invano.

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