Alcol a Roma, stop dalle 18 nei minimarket: parte la stretta di Raggi

Giovedì 4 Marzo 2021 di Lorenzo De Cicco
Alcol a Roma, stop dalle 18 nei minimarket: parte la stretta di Raggi

Un’ordinanza anti-alcol con misure più restrittive rispetto al dpcm appena sfornato dal governo Draghi.

Per tagliare le gambe al business alcolico di minimarket e simili, uno dei principali propulsori degli assembramenti serali, pericolosi soprattutto ora che la curva dei contagi ha ripreso preoccupantemente a salire. L’input di Virginia Raggi agli uffici del Campidoglio è partito nel tardo pomeriggio di ieri: l’ordinanza, assicurano nell’entourage della sindaca, sarà pronta per il weekend. Forse già da domani sera. La decisione è maturata dopo una girandola di riunioni a Palazzo Senatorio con l’assessore al Commercio, Andrea Coia.

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Si è partiti da una considerazione: il decreto appena illustrato da Palazzo Chigi vieta l’asporto di birre e superalcolici dalle 18 in poi, ma soltanto dai bar. I minimarket possono continuare a smerciare bevande fino alle 21, a ridosso del coprifuoco. «Così si danneggiano i locali regolari a vantaggio dei minimarket, dove la gente fa scorta di bottiglie e poi le consuma dietro l’angolo», spiega proprio Coia, titolare dello Sviluppo economico nella giunta comunale. Da qui l’idea di un provvedimento ad hoc per la Capitale: agli enti locali del resto è concesso di adottare misure più stringenti rispetto ai dettami nazionali.

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Il provvedimento allo studio riguarderà i minimarket e le attività dov’è consentita la vendita dell’alcol «al dettaglio», ma saranno escluse le enoteche, che potranno operare. Potrebbero essere inclusi nella lista anche i supermercati, il nodo sarà sciolto nelle prossime ore, prima che la sindaca firmi il provvedimento. Raggi ha dalla sua l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni, che subito dopo la conferenza stampa sul dpcm, col presidente Andrea Decaro, ha parlato dei limiti sull’asporto come di un assist involontario alla movida. Un gap che il Campidoglio intende sanare.

C’è un’altra mossa che in realtà Raggi avrebbe voluto tentare, in contrasto con la linea dell’esecutivo. Raggi ha ascoltato i reclami dei ristoratori e ha chiesto al governo di consentire l’apertura serale dei locali, fino alle 22, almeno nelle regioni gialle com’è ora il Lazio. Ma l’esecutivo sul punto non ha concesso alcuna deroga. Raggi ha ipotizzato di varare un’ordinanza comunale, uno strappo per andare incontro alle richieste di migliaia di attività stritolate da un anno di chiusure e incassi decimati. Ma nelle ultime ore è arrivata una frenata. «Con questo livello di contagi occorre prudenza - riprende l’assessore al Commercio, Coia - aspettiamo almeno un paio di settimane prima di prendere una decisione». La data potrebbe essere il 27 marzo, il giorno indicato dal governo per la riapertura di cinema e teatri. «Se quel giorno rimarremo in giallo, con la curva dei positivi giornalieri sotto controllo, potremo far coincidere la ripartenza degli spettacoli con le aperture serali dei locali, con tavoli dimezzati rispetto a quelli attuali e controlli rigidi della nostra Polizia locale», conclude Coia. Intanto arriva l’ordinanza anti-alcol: niente scorte nei minimarket dopo le 6 di sera.

 

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