Roma, rissa al match di pallanuoto: manganellate tra i genitori. Denunciato poliziotto che ha ferito un altro papà

Lite a bordo vasca ad Ariccia durante la partita della squadra locale e il Sis Roma

Martedì 3 Maggio 2022 di Karen Leonardi
Roma, rissa al match di pallanuoto

Rissa a bordo vasca nel centro sportivo dei Castelli Romani di Vallericcia. Insulti, minacce e botte tra genitori, mentre i figli si affrontavano in acqua, con grande agonismo: così la partita di pallanuoto si è trasformata in una corrida e alla fine sono dovuti arrivare i carabinieri.

Il bilancio è stato: un papà di Albano preso a manganellate in testa e un altro che tifava per la squadra opposta, un poliziotto in servizio presso l'Ufficio immigrazione della Questura di Roma, denunciato per lesioni e uso di arma impropria.

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Rissa al match di pallanuoto

È una zuffa senza precedenti quella avvenuta sabato scorso, nel pomeriggio, durante una partita del campionato Regionale Under 16 tra le formazioni del Vallericcia e del SIS di Roma. «È stato uno spettacolo vergognoso per tutti i giovani atleti - ha commentato Angelo Emanuele Catucci, presidente del centro sportivo che, oltre a coltivare la passione per lo sport, è anche primario presso l'ospedale Regina Apostolorum di Albano - In 41 anni di agonismo su tanti campi italiani non era mai capitata una cosa simile. Noi che facciamo di tutto per educare i giovani al rispetto dell'avversario, al fair play e ai valori sui quali deve fondarsi lo sport ci ritroviamo a fare i conti con il comportamento violento degli adulti. Un vero paradosso». E i conti, ora, la società sportiva deve farli sul serio: oltre alla beffa, anche il danno, dal momento che i dirigenti di Vallericcia dovranno pagare una multa di almeno 500 euro. «Come impianto ospitante - aggiunge il presidente - siamo tenuti alla responsabilità oggettiva per il rispetto delle regole anche da parte dei tifosi sugli spalti. Il problema non è tanto la sanzione, comunque, quanto il cattivo esempio dato ai ragazzi».


I FATTI
 

La cronaca del pomeriggio di ordinaria follia a bordo piscina comincia quando il match sta per finire. Il tifo assume toni impropri. Si passa ai fatti. Calci, pugni, fino a che qualcuno interviene a sedare gli animi e tutto sembra finito. Almeno all'apparenza. E, invece, a un certo punto, entrato chissà come nell'impianto sportivo, spunta anche uno sfollagente, che viene dato in testa ad un 51enne di Albano. A colpire - secondo la prima ricostruzione dei fatti - un poliziotto dell'Ufficio Immigrazione che ha perso le staffe e preso a manganellate il papà di un ragazzino della squadra di casa. Scena surreale: i giovani che guardano scuotendo la testa verso quelli che dovrebbero dare loro l'esempio. Sia gli atleti in acqua, attoniti, sia gli allenatori increduli per quanto sta avvenendo sulle gradinate. Intorno alle 19,30 sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione di Ariccia e, subito dopo, un'ambulanza. La vittima dell'aggressione, operaio saltuario presso una ditta di trasporti, è stata medicata dai sanitari sul posto e poi, da sola, si è recata al Pronto soccorso dell'ospedale dei Castelli: prognosi di 3 giorni per una ferita alla testa.

I PRECEDENTI


Secondo quanto riportano alcuni conoscenti, in passato il papà testa calda aveva già dato in escandescenze durante le gare del figlio. «Insomma, prima o poi si sapeva che sarebbe andata a finire così - dice un altro padre a proposito del 50enne tifoso del Vallericcia - infatti capitava che litigasse spesso con i genitori delle altre squadre, oppure che insultasse gli arbitri e addirittura che si esprimesse con parole pesanti nei confronti di suo figlio». Secondo quanto accertato dai carabinieri della compagnia veliterna il poliziotto è andato in auto a prendere il manganello di metallo e poi è tornato sugli spalti, aggredendo l'altro. Cinque minuti di follia in un tranquillo giorno di sport.

Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA