Rifiuti a Roma, turisti in fuga: «Uno su 5 rinuncia alla Capitale»

Sabato 5 Giugno 2021 di Lorenzo De Cicco
Rifiuti a Roma, turisti in fuga: «Uno su 5 rinuncia alla Capitale»

«Chiamano soprattutto da Francia e Spagna. E ci chiedono dei rifiuti», racconta Stefano Corbari, presidente della Fiavet Lazio, la federazione delle agenzie di viaggio. Ora che il turismo nella Capitale potrebbe ingranare la quinta, col progressivo affievolirsi delle restrizioni anti-Covid, la ripartenza, spiega, è minata dal riemergere di vecchie piaghe, a cominciare dall’emergenza del pattume.

Lo confermano anche i dati della Federalberghi: quasi un turista su 5 rinuncia al viaggio nell’Urbe, a vantaggio di metropoli meno problematiche o comunque molto meglio reclamizzate. Le foto dei secchioni dell’Ama stracolmi, dei sacchetti che si affastellano ai bordi delle strade, come prima, più di prima, hanno fatto di nuovo il giro del mondo. Sui social, sui giornali esteri. Il britannico Guardian ha raccontato dei cinghiali che rubano la spesa ai passanti.

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L’episodio più eclatante, con tanto di video, è accaduto a Formello, cioè appena fuori dal Comune di Roma. Ma chi dovrebbe imbarcarsi oltremanica, evidentemente, non si sofferma su certe sfumature; El Pais in Spagna ha raccontato la crisi della spazzatura e ha rincarato la dose narrando delle voragini che sbriciolano l’asfalto e inghiottono le auto. Il corrispondente della Reuters, Crispian Balmer, ha pubblicato le foto dei bidoni straripanti d’immondizia, commentando: «Così Roma si prepara a riaccogliere i turisti». Una carrellata di articoli e immagini, certo non la pubblicità più accattivante per invogliare qualcuno a fare tappa sotto al Colosseo.

Anche perché quella dei visitatori stranieri è già una fetta di mercato ancora striminzita, rispetto ai numeri pre-Covid. «Oggi l’80% delle prenotazioni a Roma arriva dal resto d’Italia - riprende Corbari della Fiavet (federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo) - Solo il 20% proviene dall’estero, quasi esclusivamente dall’Europa, in particolare chiamano francesi e spagnoli». I viaggi dagli Usa sono ancora pochi e più costosi del solito (circa il 30% in più) con la trafila Covid-free. Ma anche chi potrebbe venire ora rischia di rinunciare. «Contattano i nostri tour operator chiedendo dell’immondizia o delle strade slabbrate», riprende la Fiavet.

HOTEL CHIUSI

Secondo la Federalberghi di Roma, l’impatto della nuova crisi dei rifiuti, con la risonanza che ha avuto sui media esteri, scoraggia almeno il 20% dei potenziali clienti. È un dato al ribasso, peraltro, che tiene conto degli arrivi «storici», nei periodi funestati dalla crisi dell’immondizia negli anni passati, e dei contatti con i tour operator. «Oggi - spiega Giusepep Roscioli, il presidente di Federalberghi - solo 500 hotel su 1.200 sono aperti in città. Ci sarà un minimo di “effetto Europei”, con altri 100 hotel pronti ad aprire. Ma poi richiuderanno». Anche perché già normalmente l’estate, in Italia, non premia le città d’arte. «La vera ripartenza, in questa situazione, non si vedrà prima del marzo 2022».
 

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