Reddito di cittadinanza: indagati mille furbetti a Roma. Danni per 4,5 milioni

La stima dei soldi erogati illegittimamente fino al 31 dicembre 2021. Quest’anno sono arrivate alla procura di Roma altre 300 denunce

Domenica 29 Maggio 2022 di Valeria Di Corrado
Reddito di cittadinanza: indagati mille furbetti a Roma. Danni per 4,5 milioni

I furbetti del reddito di cittadinanza sono ormai un esercito. Un esercito di finti poveri che mese dopo mese ingrossa le sue fila. Solo alla Procura di Roma, fino a oggi, sono circa un migliaio gli indagati per aver indebitamente percepito il sussidio. Tra di loro ci sono anche delinquenti, alcuni addirittura condannati per mafia e per terrorismo. Per gestire questa mole di fascicoli sono stati coinvolti tutti i magistrati del pool dei reati contro la pubblica amministrazione. Ognuno di loro ha in carico dai 100 ai 200 fascicoli.
Per quanto riguarda le denunce arrivate fino a fine 2021, è il nucleo di polizia economica-finanziaria di Roma ad avere fatto gli accertamenti su 693 furbetti.

In totale - secondo i calcoli della Finanza - sarebbero stati liquidati dallo Stato circa 4 milioni e mezzo di euro a persone che non avevano diritto al redditto di cittadinanza. A questi si aggiungono altri 300 indagati dall'inizio dell'anno a oggi. L'accusa ipotizzata è indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato.

Pene fino a 6 anni

All'interno di questo macro-insieme ci sono tre diverse tipologie di condotte illecite sanzionate dal decreto legge n.4 del 28 gennaio 2019, ossia le «disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni». «Chiunque rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere» e chi «omette informazioni dovute», è punito con la reclusione da 2 a 6 anni. In questo caso, gli indagati dovranno passare per l'udienza preliminare. Chi, invece, «omette di comunicare le variazioni del reddito o del patrimonio», «nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio» è punita con la reclusione da uno a 3 anni. In questo caso, la Procura può chiedere la citazione diretta in giudizio. Tutti questi procedimenti verranno trattati singolarmente, perché non è emerso dalle indagini che ci fosse una regia comune dietro le false dichiarazioni presentate per ottenere il sussidio. Ciò significa che, a breve, le aule del Tribunale di Roma si intaseranno di centinaia e centinaia di processi gemelli.

Il Caf di riferimento

Indagando su un gruppo di persone pizzicate a rilasciare dichiarazioni false nelle autocertificazioni, gli inquirenti si sono accorti che molti di loro avevano presentato la richiesta tramite lo stesso Caf. Il passo successivo è stato individuare il dipendente che aveva curato le pratiche. Secondo la ricostruzione del pm Carlo Villani, avrebbe aiutato decine di imbroglioni a compilare i moduli per ottenere l'aiuto statale, anche a costo di dichiarare il falso.
 

Ultimo aggiornamento: 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA