Roma, evasi da Rebibbia, presi i rom: volevano fuggire all'estero

Giovedì 18 Giugno 2020 di Alessia Marani
Roma, evasi da Rebibbia, presi i rom: volevano fuggire all'estero

La svolta è arrivata sabato, quando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati hanno messo le mani su una gang di rom cassettari, tutti tra i 25 e i 45 anni, che non si erano fermati neanche durante il lockdown, entrando e svuotando le casseforti dei supermercati della grande distribuzione. Il capo banda R. H. È risultato essere il cognato di Davad Zukanovic, quarantenne, evaso insieme con Lil Ahmetovic, 46 anni, il 3 giugno scorso dal carcere di Rebibbia segando le sbarre e calandosi con una manichetta antincendio a mo' di corda dalla recinzione esterna. I due fuggitivi sono stati arrestati ieri intorno alle 13,30 nei pressi della stazione ferroviaria di Cascina (Pisa), dove erano arrivati a bordo di una Mercedes station wagon di grossa cilindrata, risultata rubata in una concessionaria a Est della Capitale pochi giorni prima della clamorosa evasione.

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IL COVO
È perquisendo l'abitazione-covo del gruppo dei cassettari sul litorale di Tor San Lorenzo, ad Ardea, e scandagliando i contatti di R. H., che i militari hanno trovato altri elementi utili per risalire ai movimenti di Zukanovic e dell'amico in fuga. Elementi che hanno trovato convergenza con le indagini già avviate dal Nic, il Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria. Secondo quanto ricostruito, proprio dopo avere trovato riparo tra il litorale e la provincia, dalle parti di Zagarolo, i due si sarebbero diretti verso la Toscana dove, forse dovevano incontrare qualcuno, un complice, oppure, più semplicemente salire su un treno per riparare all'estero, probabilmente in Francia. L'auto sulla quale viaggiavano, d'altronde, non poteva passare completamente inosservata perché aveva davanti una targa italiana, ma dietro un'altra straniera. La station wagon era stata rubata e messa a disposizione per gli spostamenti dei due evasi. Si tratta di una vettura che poteva raggiungere velocità molto elevate e quindi pronta per seminare eventuali inseguitori. I carabinieri hanno seguita l'auto sospetta da Roma fino alla stazione, hanno aspettato che Zukanovic e Ahmetovic scendessero per essere sicuri che fossero proprio loro due e sono intervenuti. I due rom hanno tentato di scappare opponendo resistenza, tanto che un carabiniere è rimasto leggermente contuso riportando ferite guaribili in pochi giorni. Destinatari di diversi provvedimenti giudiziari per reati contro il patrimonio e contro la pubblica amministrazione, dalla ricettazione alla truffa, i due fuggitivi dovevano restare in prigione fino al 2029. Invece - godendo probabilmente anche della protezione di una talpa all'interno del carcere - nel giorno in cui, dopo il lockdown, gli spostamenti tornavano liberi anche da una regione all'altra, avevano messo a segno il piano studiato da tempo. «Dobbiamo andare a soccorrere i nostri figli finiti in un brutto giro, poi rientreremo», avrebbero lasciato scritto in un biglietto. Ma in quei brutti giri i due erano da sempre, nessuna scusa reale per la fuga.

MORSI A UN AGENTE
Quando sono stati fermati ieri a Cascina, nella Mercedes gli investigatori non hanno trovato borsoni o valigie, forse perché i due erano stati costretti a muoversi repentinamente disturbati dagli arresti di sabato.

I militari hanno comunque requisito un telefonino su cui si cercano i contatti avuti dai due rom nel corso della fuga. Gli inquirenti ora dovranno risalire alla rete di tutti coloro che hanno favorito la loro evasione. E c'è da capire come mai nel carcere di Rebibbia le fughe non siano un'eccezione, ma ormai una caratteristica. Solo tra il 2014 e il 2016 ce ne sono state ben cinque, tutte clamorose e degne di scene da film, come appunto l'ultima del 3 giugno. Il Dap ha aperto un'indagine interna. Ieri mattina, un detenuto sottoposto al 41 Bis ha preso a morsi un agente di polizia penitenziaria staccando e ingoiando la falange del dito di una mano, contusi altri due agenti intervenuti. Per accendere un faro sulle aggressioni agli agenti, Giuseppe Moretti presidente dell'Unione sindacati Polizia penitenziaria, annuncia «presto una manifestazione in piazza». Il responsabile regionale Daniele Nicastrini chiede «la videosorveglianza». Soddisfazione per la cattura dei due evasi è stata espressa dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Zukanovic e Ahmetovic sono stati rinchiusi nella casa circondariale di Pisa. 

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