Per tre o quattro volte hanno accelerato l'auto puntandola a velocità sui bersagli, come birilli nel bowling. D'altra parte l'avvertimento dato dai fratelli Daniele e Gabriele Briscese, la notte del 27 gennaio, ai due buttafuori del Qube che avevano impedito loro l'ingresso nel locale, non faceva presagire nulla di buono: «'Sti negri di m... Semo italiani, comannamo noi. Adesso ve la facciamo pagare». Una vendetta che i due fratelli romani di Tor Bella pagheranno con una condanna a 10 anni e 8 mesi di carcere per tentato omicidio plurimo aggravato dall'odio razziale. Questa almeno la condanna inflitta ieri dal giudice preliminare di Roma nonostante la scelta del rito abbreviato, che prevede uno sconto della pena fino a un terzo.
Buttafuori investiti al Qube di Roma: si arrendono i due fratelli ricercati e accusati di tentato omicidio aggravato dall'odio razziale
A inchiodare i due fratelli Gabriele di 31 anni e Daniele di 28 - le testimonianze delle vittime e le telecamere di sicurezza puntate sull'ingresso della discoteca. Si vede l'auto arrivare contromano in velocità, che parte e riparte per centrare i buttafuori da «punire», per l'offesa che gli avevano riservato «pur essendo negri». Una decina di persone rimaste terrorizzate, due buttafuori feriti. Il bilancio non è stato ancora più grave solo grazie a chi ha cercato con prontezza di schivare il bolide, una Mercedes Classe B guidata da Gabriele, con a fianco Daniele che lo incitava, aveva scritto il giudice che aveva fatto spiccare per i due indagati l'ordine di cattura. Ordine al quale avevano cercato di sfuggire: i fratelli potevano essere riconosciuti perché già schedati dalla polizia.
I DETTAGLI
Così per qualche settimana si sono nascosti, poi hanno scelto di costituirsi direttamente in Questura.