Turismo a Roma, stretta sugli affitti illegali: via dal web 15mila annunci. Nel mirino Airbnb

A rischio rimozione almeno la metà degli avvisi pubblicati sul portali dedicati al turismo nella Capitale

Mercoledì 7 Settembre 2022 di Camilla Mozzetti
Turismo a Roma, stretta sugli affitti illegali: via dal web 15mila annunci. Nel mirino Airbnb

Colpirli sul lato più sensibile ovvero quello della pubblicità: senza vetrina non si vende nulla, neanche un appartamento per le vacanze. È questa la logica che c'è dietro al piano del Campidoglio (nello specifico dell'assessorato al Turismo) per disarticolare il fenomeno delle locazioni brevi abusive: privare gli host che mettono in affitto su Airbnb degli spazi pubblicitari. Quelli cioè riservati proprio agli annunci per le locazioni. È questo l'oggetto del protocollo di cui si discuterà la prossima settimana e che molto probabilmente verrà poi siglato tra il Comune di Roma, nella persona dell'assessore al Turismo Alessandro Onorato, e il country manager del principale portale di affitti a livello internazionale.

In sostanza, coloro i quali pur avendo una casa da riservare ai turisti non ne hanno denunciato l'esistenza all'amministrazione, attraverso quel codice CU identificativo univoco, non potranno promuovere la propria struttura sul sito. Per anni il punto di forza è stato proprio questo: avere un appartamento da riservare solo ai turisti e una piattaforma capace di venderlo e proporlo perché considerato tra i migliori aggregatori di offerte nel campo delle locazioni extra alberghiere. Il gioco era molto semplice: non serviva denunciarsi al Comune, poi piano piano considerata anche la profusione di appartamenti riconvertiti allo scopo soprattutto nel centro storico, si è iniziato a invertire la rotta. A partire dal pagamento della tassa di soggiorno, esattamente come avviene per hotel e b&b, al Campidoglio. Ciononostante resta ancora un enorme sommerso di strutture che formalmente non hanno informato l'amministrazione dell'attività che svolgono e che dunque sono da considerarsi a tutti gli effetti abusive. Così, mentre si porteranno avanti le verifiche su tutte le strutture ricettive, (verifiche anche di natura fiscale), si punta a offrire solo alloggi sicuri, riconoscendo validi solo quelli per i quali l'amministrazione ne ha contezza.

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I NUMERI
In tutto, considerato che Airbnb macina all'incirca 30 mila annunci, almeno la metà, ovvero 15mila - stando ai calcoli dell'amministrazione - scomparirà, salvo adeguamenti, grazie alla collaborazione del sito. Un ulteriore passo verso il contrasto degli affitti irregolari dopo che l'amministrazione targata Gualtieri è riuscita con Airbnb a regolamentare il settore. Il portale, infatti, sta mandando regolarmente i dati sui turisti in arrivo, sui giorni di presenza e tutte le informazioni relative al soggiorno. Questo con la precedente amministrazione non avveniva poi si è riusciti a recuperare 120 mila euro di contributo di soggiorno per il pregresso non versato. In più il portale sta modificando l'interfaccia per diversificare il contributo di soggiorno in base al livello di qualità della struttura evitando dunque di sottostimare la tassa perché in precedenza venivano chiesti 3.50 euro di contributo a prescindere dalla tipologia di appartamento. Senza differenze come invece avviene negli hotel. «Stiamo collaborando per fare in modo che solo le strutture ricettive autorizzate dal Comune possano accedere ai servizi di Airbnb - commenta l'assessore Onorato - sarà una rivoluzione di legalità che farà da apripista anche per altre città».
 

 
Ultimo aggiornamento: 07:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA