Richiamo Pfizer a 35 giorni, ricorsi in arrivo al Tar Lazio (ma in Sicilia uno è stato respinto)

Giovedì 13 Maggio 2021
Richiamo Pfizer a 35 giorni, ricorsi in arrivo al Tar Lazio (ma in Sicilia uno è stato respinto)

I ricorsi al Tar Lazio contro la seconda dose Pfizer sono pronti, ma c'è un precedente che potrebbe portare a respingerlo.

La decisione della regione di spostare i richiami del vaccino (fissati dopo il 17 maggio) a 35 giorni anziché 21, come era previsto inizialmente, ha scatenato una vera e propria bufera social. Non appena la notizia è stata diffusa su Salute Lazio, una tempesta di commenti negativi ha invaso il post. E c'è chi ha deciso di passare alle vie legali.

Il gruppo Facebook - Alcuni cittadini laziali a cui è stata spostata la data della seconda dose Pfizer si sono subito attivati e hanno creato un gruppo su Facebook per organizzarsi. Si chiama «Il richiamo PFIZER (Comirnaty) lo facciamo dopo 21 giorni» e conta oltre 2mila iscritti. Una parte di questi, ieri sera, ha tenuto su Zoom una videoconferenza con alcuni legali. Gli avvocati hanno spiegato che ci può essere la possibilità di presentare il ricorso al Tar per chiedere la sospensione del provvedimento. E, così, fino alle 12 di oggi, era possibile inviare le adesioni. Ma non tutti si sono fidati.

Le spese - Presentare un ricorso non è gratuito. C'è il contributo unificato da pagare (ovvero le spese per mettere in moto la giustizia) e anche gli avvocati. Essendo un'azione legale presentata da molte persone, allora le spese si possono ripartire. C'è tuttavia chi non si è convinto a proseguire e ha deciso non agire contro la Regione, anche perché ieri l'Ema (l'agenzia per i medicinali Europea) si è pronunciata affermando che «è importante sottolineare che nei test clinici la somministrazione della seconda dose di Pfizer Biontech era prevista fino a 42 giorni» e che «queste informazioni sono nel bugiardino del vaccino». C'è inoltre un altro Tribunale amministrativo che in Italia si è pronunciato sulla questione.  

La sentenza del Tar Sicilia - Lo scorso 13 febbraio, prima ancora della pronuncia dell'Ema, il Tar Sicilia aveva emesso una sentenza su delle persone che avevano presentato ricorso contro lo spostamento della seconda dose Pfizer. Domanda che era stata respinta perché, secondo i giudici amministrativi, non c'era nessuna prova che in mancanza del richiamo nella data prevista avrebbero potuto «verificarsi effetti gravemente dannosi per la loro salute». Per chi ricorre ci sarebbero inoltre anche delle difficoltà dal punto di vista della prova.

Il parere - «I ricorrenti dovrebbero dimostrare che, effettivamente, l'attesa di 35 giorni tra una dose e l'altra sia pericolosa», spiega l'avvocato esperto di diritto amministrativo Alberto Carelli. C'è poi anche una questione di competenza: ovvero se il tribunale amministrativo possa decidere. «Non è da escludersi che una scelta tale (ndr, quella dello spostamento del richiamo) rientri nella discrezionalità amministrativa – commentano l'avv. Carelli e l'avv. Patrizio Giordano – e pertanto sottratta al sindacato giurisdizionale». Eccetto in un caso. «Manifesta illogicità e irrazionalità della decisione – proseguono gli avvocati – che, nello specifico, non sembra ricorrere, essendo lo slittamento contenuto entro limiti ragionevoli». C'è però un aspetto da considerare a favore dei ricorrenti: «Bisognerebbe conoscere se l'indicazione di Ema sul richiamo a 35 giorni sia vincolante o meno».

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 14:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA