Pavona, rapina in una villa: per un'ora e mezzo una famiglia ostaggio dei banditi

Lunedì 1 Luglio 2019
L'ingresso della villa rapinata a Pavona
Un’ora e mezza ostaggio dei banditi. Padre, madre e figlio in balìa di cinque malviventi ognuno con una pistola in pugno. Rapina in villa sabato notte a Pavona, in via di Santa Maria in Fornarola. I banditi hanno aspettato che l’ultimo invitato andasse via e che il proprietario della villa, G.M. 56 anni, noto imprenditore della zona, uscisse per attivare l’allarme notturno. Erano le 3,30, era appena finita la festa dei 50 anni della moglie, a suon di musica, fuochi d’artificio e 80 invitati a bordo piscina.
I rapinatori erano appostati all’esterno, portavano il passamontagna e non appena il padrone di casa si è avvicinato al cancello sono usciti allo scoperto. Hanno costretto i tre a sedersi sul divano dopo una colluttazione con il padrone di casa, proprietario di una concessionaria di auto, che ha provato a reagire ed è caduto a terra. I malviventi dovevano “conoscerlo” perché hanno agito con sicurezza, alla fine di una festa importante, in una via sì isolata ma dove un paio di volte nella notte passa anche la vigilanza privata.
Una notte da incubo, la famiglia è sotto choc. A quanto pare, i cinque hanno rovistato nelle stanze e messo tutto a soqquadro, arraffando due orologi, 20mila euro in contanti e altri monili (l’inventario completo non è stato ancora fatto). Non contenti hanno chiesto dov’era la cassaforte. Uno dei cinque era italiano, gli altri sembravano dell’Est Europa. Di fronte alla risposta dell’imprenditore: «Non ce l’ho», l’hanno malmenato (alla fine sarà medicato dal 118 per lievi contusioni) sempre sotto la minaccia della pistola. Poi si sono fatti consegnare la chiave dell’armadietto blindato dove l’uomo custodiva 4 fucili e due pistole. Quindi hanno chiesto la chiave del cancello e sono fuggiti minacciando: «Chiamate la polizia solo dopo mezz’ora che siamo andati via». Sempre secondo le prime ricostruzioni i banditi parlavano tra loro con il walkie talkie e portavano l’auricolare. Alle cinque è arrivata la chiamata al commissariato di polizia di Albano.
L’imprenditore nell’ottobre del 2014 aveva subito una rapina molto simile. Anche allora in tre, armati, presumibilmente dell’Est Europa, si erano appostati nel parco in attesa che la famiglia rientrasse. Costrinsero la moglie a disinserire l’allarme, e anche allora furono 40 interminabili minuti di terrore.
Nella zona, a ridosso della via del Mare, all’estrema periferia di Pavona, molti nelle ville vicine hanno subito rapine negli anni passati, c’è chi trova i cani da guardia avvelenati. «La verità è che c’è tanta gente invisibile che vive in scantinati, capanni e casali abbandonati, di cui non sappiamo nulla», dice un abitante di via di Santa Maria. Ogni giorno avvengono rapine in supermercati, farmacie, banche, ville. Ad attuarle bande spregiudicate e armate fino ai denti, che conoscono bene il territorio e le abitudini delle vittime.
Marco Moresco, coordinatore del Comitato cittadino per la salute e la sicurezza pubblica denuncia gli scarsi controlli: «Troppe zone degradate, insediamenti abusivi, serve più sicurezza, sulle vie principali come la via del Mare sono necessarie le telecamere. Così è invivibile, hanno tutti paura».
 
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