Roma invasa dai pappagalli: specie diverse tra quartieri nord e sud. «Con i picchi guerra per la casa»

Giovedì 21 Gennaio 2021 di Laura Larcan
Roma invasa dai pappagalli: specie diverse tra Roma Nord e Sud. «A rischio i picchi»
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Colorati, chiacchieroni, allegri e oramai sempre più romani. Con buona pace di storni e gabbiani. Sono loro, i parrocchetti, i pappagallini verdi con varie sfumature sul piumaggio che stanno letteralmente invadendo Roma. Ville, giardini, ma non solo, anche strade: «Basti solo considerare che su via Nazionale, le palme della Banca d’Italia sono piene di parrocchetti», avverte il presidente del Bioparco Francesco Petretti.

Sono diventati talmente romani che gli esperti fanno addirittura una distinzione tra i parrocchetti di Roma Nord e i “parenti” di Roma Sud. Della serie, anche i pappagalli si differenziano per quartieri, sulla scia dell’eterna rivalità tra le due parti della città. Perché anche loro hanno gusti e stili diversi.

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C’è allora una presenza sempre più massiccia di parrocchetti a Roma? «Sono una presenza in continua crescita, ancora non hanno trovato un freno sul fronte dei predatori». «Innanzitutto va specificato che ci sono a Roma due specie diverse di parrocchetti - spiega Francesco Petretti - il cosiddetto “parrocchetto monaco” originario del Sudamerica, ha il piumaggio grigio e verde, e costruisce grandi nidi su cedri e palme, creando questi tipici grandi ammassi sui rami. Poi c’è il “parrocchetto dal collare” originario dell’India e del Medio Oriente asiatico, fa il nido nelle cavità dei grandi tronchi di platani e pini. La caratteristica è che entrambe le specie sono esotiche. Sono a Roma perché probabilmente frutto di fughe da voliere e poi si sono moltiplicati, perché stanno bene a Roma».

La città, incredibilmente, è la loro dimensione perfetta. «In città hanno da mangiare sempre - dice Petretti - Roma è piena di piante ornamentali, di balconi e terrazze ricche di piante, di orti botanici, questo significa che per tutto l’anno c’è una declinazione di frutti adatta allo loro alimentazione, tra datteri, melograni, frutti dei platani. Non c’è pianta di Roma che non sia in produzione». Si può dire che ci siano invasioni dei quartieri? «Sono in forte espansione con nuclei importanti - avverte Petretti - Il parrocchetto monaco è ormai diffuso nella zona di Roma Sud e Sud Est: il grosso è nell’area della Caffarella, di Via Latina, fino a San Giovanni. Il parrocchetto dal collare invece predilige l’espansione nelle zone di Roma Nord e Nord Ovest. E’ una questione di selezione da habitat e di risorse alimentari. In alcune realtà si mescolano come a Villa Borghese».

Possono essere un pericolo per altre specie? «I danni dalla loro espansione non mancano. Danni alla vegetazione perché devastano alcune piante, e danni ad altre specie. Intanto il parrocchetto monaco si nutre di gemme, boccioli, e fiori di alberi da fusto, mentre il parrocchetto dal collare è un competitor delle specie indigene, come il picchio, la cince e lo storno, soprattutto per occupare le cavità dei tronchi per nidificare». Insomma, una guerra per la “casa”.

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Sono in aumento? «Al momento sì, non hanno nemici, ci sono episodi scarsi di predatori, giusto qualche presenza sporadica di falchi. Sono molto legati agli ambienti urbani, in città stanno bene. E ora si stanno espandendo anche in alcune realtà della provincia, da Ostia a Ladispoli. Seguono l’abitato. Sono specie filantropiche, vanno bene con l’uomo. Attualmente non sembra ci siano freni. Le due specie vanno avanti senza apparente contenimento e quindi ci dobbiamo aspettare uno sviluppo». Quando si fermerà questa espansione? «Dobbiamo solo aspettare che si formi un equilibrio, che entrino in contatto con i predatori. Sarà la natura. Non dobbiamo avviare nessuna campagna di sterminio».

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Il fenomeno dei parrocchetti è al centro di studi da parte del personale esperto della Lipu: «Da anni Parrocchetti dal collare e Parrocchetti monaci sono sempre più numerosi nei cieli di Roma e di moltissime località italiane - racconta Alessandro Polinori vicepresidente Lipu/BirdLife Italia e responsabile CHM Lipu Ostia - Il Parrocchetto Monaco è un pappagallo di colore verde bottiglia, con petto grigio, originario di una vasta area della parte sud-orientale del Sudamerica. Il Parrocchetto dal collare è un pappagallo verde brillante, con becco rosso e, solo nel maschio, con evidente collare nero, originario dell’Africa centro-settentrionale e dell’Asia, Pakistan, Afghanistan, Nepal e India».

Come sono arrivati a Roma? «Quasi certamente l'origine della presenza di questi animali è da attribuire a liberazioni naturalmente non autorizzate - replica Polinori - connesse ad attività di commercio illegale, al fine di evitare di essere colti in flagranza. Risulta altamente improbabile, infatti, che la colonizzazione possa essere iniziata con singoli e sporadici rilasci da parte di privat»i.

Possibile che le temperature fredde non siano un problema per loro? «Questi uccelli vivono nei parchi, nei giardini e nei viali in gruppi, anche durante il periodo riproduttivo, formando colonie molto numerose. Possono resistere a temperature fino a –5 °C. - precisa Alessandro Polinori - In genere, si nutrono di bacche, fiori, semi, frutta e avanzi alimentari.A Roma sono presenti in numerose aree della città, ma naturalmente prediligono ampi spazi verdi, con alberi su cui poter nidificare, come al Parco della Caffarella, Villa Pamphili e Villa Borghese o, verso il Litorale, nella zona di Ostia Antica e Castel Fusano».

Possono essere aggressivi? «Nel caso dei parrocchetti non si conoscono ancora nel dettaglio le problematiche che procurano alle specie locali, in particolare nelle città, dove vive la maggior parte di questi colorati pappagalli. Certamente sono piuttosto aggressivi (ma non con l'uomo!) e vivono in gruppi anche molto numerosi. Non è da escludere che un loro ulteriore aumento numerico possa condurre a competizione con le nostre specie selvatiche in particolare con quelle nidificanti nelle cavità degli alberi come picchi, storni e passeri. Al tempo stesso, sempre più frequenti, sono gli episodi di predazione di parrocchetti da parte dei falchi pellegrini (rapaci per fortuna sempre più numerosi a Roma, dove hanno la più importante area di nidificazione urbana in Italia e, probabilmente, in Europa), segno che la natura cerca sempre di ritrovare un equilibrio in maniera naturale, anche quando questo viene in qualche modo manomesso dall'intervento dell'uomo».

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA