Si chiamano A. e A. (rispettivamente del 2001 e 1996) sono i due fratelli nati in Italia da genitori magrebini che ieri sera intorno alle 22 si sono presentati dai carabinieri.
A confessare l’omicidio del pugile dilettante Leonardo Muratovic però è stato il fratello più piccolo. Ieri sera in caserma non si è svolto l’interrogatorio, i due ragazzi sono stati trasferiti nel carcere di Velletri e il pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha disposto il fermo per entrambi che sarà o meno convalidato dal gip in sede di interrogatorio (atteso al più tardi per venerdì mattina).
Nonostante la confessione di uno dei due fratelli si deve accertare o escludere il coinvolgimento dell’altro.
«Una disgrazia, ho fatto tutto io»
«Ho fatto tutto io, mio fratello non c'entra. È stata una lita finita male, una disgrazia.
Per entrambi la procura di Velletri ha disposto il fermo per concorso in omicidio. Fornendo una sua versione dei fatti il ragazzo, assistito dallo studio legale Gasperini-Fabrizi del foro di Roma, ha detto che la lite è scoppiata all'interno di un locale per poi proseguire all'esterno. I due fermati sono attualmente detenuti nel carcere di Velletri e nei prossimi giorni dovranno affrontare l'interrogatorio di convalida davanti al gip.
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