Virus a Roma, malattia di massa per i netturbini Ama: «Evitano le case dei positivi»

Mercoledì 29 Luglio 2020 di Lorenzo De Cicco
Virus a Roma, malattia di massa per i netturbini Ama: «Evitano le case dei positivi»

Pur di non raccogliere l'immondizia dei pazienti positivi al Covid-19 si sono dati malati loro, in massa. Centinaia di netturbini dell'Ama. E così la municipalizzata del Comune di Roma, con i conti in rosso da anni, è stata costretta a spendere oltre mezzo milione di euro per assoldare squadre di addetti privati, l'unico modo per assicurare la raccolta della spazzatura ai pazienti in isolamento domiciliare o ai casi sospetti in quarantena. È una storia che intreccia inefficienze, assenteismo e una pioggia di fondi pubblici stanziati d'urgenza per appaltare all'esterno servizi che l'Ama, foraggiata ogni anno da 654 milioni di euro pagati dai contribuenti, avrebbe dovuto e potuto svolgere in proprio.

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LE «ANOMALIE»
Il lockdown è iniziato da poco quando ai vertici della partecipata si accorgono di un'anomalia: centinaia di assenze tra gli operatori del Pap, il servizio di raccolta porta a porta delle utenze domestiche. «Fenomeni tanto impulsivi e rilevanti, quanto del tutto imprevedibili», ricostruirà il 7 maggio il direttore tecnico dell'Ama, Marco Casonato, in un documento interno di cui Il Messaggero è in possesso. Il dirigente racconta di un «improvviso incremento delle percentuali di assenze del personale di Ama operante i servizi del porta a porta delle utenze domestiche, in misura superiore alle possibilità di copertura tramite maggiore operatività della forza lavoro presente, pur a fronte della rimodulazione delle frequenze di passaggio». Tradotto: i forfait dei netturbini sono stati talmente numerosi e improvvisi che la società comunale, che in teoria potrebbe contare su 7.200 dipendenti, non è riuscita a coprire i turni nemmeno con gli straordinari. Ed è stata costretta ad arruolare altri operatori ancora. Addetti privati messi sotto contratto per occuparsi della «raccolta di rifiuti indifferenziati presso le utenze in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria». Costo: 627mila euro. Tanto pagano i romani. Un servizio che oggi riguarda circa 400 utenze (i malati in isolamento domiciliare in tutto il Lazio sono 739), ma fino a maggio i pazienti curati a casa erano il triplo.

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CERTIFICATI MEDICI
Sono gli stessi rapporti interni di Ama a rivelare l'escalation di turni saltati, soprattutto per motivi di salute, veri o presunti. Dati ufficiali. Nel primo trimestre dell'anno, il tasso di forfait ha superato il 20,3%, un record nella storia della municipalizzata, già nota per la piaga dell'assenteismo. Un dipendente su 5 non si è presentato al lavoro, senza contare i riposi settimanali e le ferie. Solo per «malattia», da gennaio a marzo si è assentato l'11,89% dei dipendenti. Una crescita esponenziale, in termini assoluti: +48% rispetto alle assenze per malattia del trimestre precedente, l'ultimo del 2019. E +38%, sempre in termini assoluti, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nel secondo trimestre (aprile-giugno), il tasso di assenze è rimasto sopra al 20%, ma le malattie sono calate (7,8%), casualità, proprio mentre cresceva il numero dei nuovi congedi legati all'emergenza Covid (dall'1% del primo trimestre al 5,5%).
 

 

 

Ultimo aggiornamento: 14:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA