Roma, risse, tuffi nelle fontane e bolgia: le notti insonni dei quartieri

Mercoledì 10 Giugno 2020 di Francesco Pacifico
Roma, risse, tuffi nelle fontane e bolgia: le notti insonni dei quartieri

Tuffi notturni nella cinquecentesca Fontana dei Catecumeni a Monti. Risse nel residenziale quartiere Trieste. Guerra a colpi di bottigliate in piazza della Gardenie a Centocelle. Con la Fase 2 la movida selvaggia rompe i confini tradizionali e si espande dove in passato l'industria del divertimento era più contenuta. Non che la situazione sia migliore nelle piazze storiche tra centinaia ragazzi che sabato scorso hanno trasformato Ponte Milvio in una discoteca a cielo aperto o le scazzottate a San Lorenzo e a Trastevere oppure il lungo fiume di persone - non distanziate tra loro - sulla pedonale del Pigneto. E ovunque il binomio che fa saltare gli equilibri è ragazzi molto giovani in giro e bar o chioschi che vendono alcool a buon mercato. Lo nota per esempio all'Ostiense, Claudio De Santis, alla testa del comitato di quartiere: «Da quando hanno chiuso i grandi locali e le discoteche da noi c'è un'anomala tranquillità. Qui la gente passare la serata nei pub, non in strada».

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Parole che vanno confrontate con quelle di Nathalie Naim, che vive a Monti e che ieri ha postato su Facebook il video fatto da un'amica, nel quale si vede un gruppo di persone che fa il bagno nella Fontana dei Catecumeni a piazza della Madonna di Monti. «Noi qui - racconta la consigliera del I Municipio - per dormire dobbiamo utilizzare cuffie simili a quelle che si usano al poligono. E tra una decina di giorni, con la possibilità di mettere più tavolini, non riusciremo neppure a uscire dai palazzi. Ogni sera facciamo i conti con gente che mette la musica ad alto volume con i cellulari, che si abbraccia fregandosene del distanziamento e che soprattutto lancia bottiglie per strada. Ma è vergognoso vedere le persone sedute sui marmi della Fontana dei Catecumeni. Che si stanno sgretolando e che - da regolamento comunale - dovrebbe essere tutelati come la scalinata di Trinità dei Monti».
Naim denuncia che è inutile «chiamare il 112 o i vigili urbani, i quali hanno soltanto una pattuglia in zona». Dal fronte della Municipale, alcuni vecchi dirigenti spiegano che «ci vorrebbero almeno 7 pattuglie per ogni piazza della movida, quando si riversano nello stesso luogo più di mille persone». Più controlli li chiedono anche nel quartiere Trieste, dopo che nello scorso weekend due 19enni sono stati picchiati da otto adolescenti nella strada-salotto buono del quartiere, all'angolo con via Topino. Spiega Valerio Ercolino del comitato Salario-Trieste: «Sarà stata la clausura del lockdown a peggiorare le persone, ma qui mai avevamo visto tanta violenza. Da un po' di mesi, però, registriamo problemi intorno a villa Chigi, dove le risse sono frequenti. Ma non meno sconvolgente per noi è stato vedere postato su Instagram il video di un uomo che a piazza Caprera sparava dalla sua finestra in aria». Aggiunge Barbara Lessona, presidente del comitato Amo quartiere Trieste: «Il nostro paradiso di villini si sta trasformando in un inferno. Non mancano le pattuglie, ma non si riesce a fare una repressione sufficiente nei luoghi dove si vende alcool. Anche perché sono spesso i ragazzi di qui a creare problemi dopo aver bevuto».

LOCALI E PIAZZE
Negli ultimi anni, complice la gentrificazione della periferia e il ricambio dei residenti nei quartieri, la movida di tendenza è per esempio defluita dal Centro storico verso Prati o dall'Ostiense e dal Pigneto verso Centocelle, dove sono stati aperti bar e ristoranti amati da residenti e studenti universitari. «Ma il problema - spiega Monica Paba della Rete Imprese di via Castani a Centocelle - non li creano i locali al chiuso, che sono vuoti.
Da noi gli assembramenti si registrano soprattutto nelle piazze, dove l'età si è abbassata. Lunedì sera a piazza delle Gardenie, due ragazzi hanno litigato, uno ha tirato fuori un coltello e l'altro ha risposto tirando bottigliate. Da tempo, a piazza dei Mirti, i ragazzini che si danno appuntamento davanti al fast food, finiscono per bere, per fare caos e capita anche se le diano».

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