Aveva sequestrato la moglie e il figlio vicino Roma, si pente e si impicca in casa a 40 anni

L'uomo era ai domiciliari: aveva telefonato alla donna per chiederle scusa e parlare con il ragazzo

Domenica 4 Settembre 2022 di Emanuele Rossi
Aveva sequestrato la moglie e il figlio vicino Roma, si pente e si impicca in casa a 40 anni

Finito ai domiciliari per aver minacciato moglie e figlio col coltello sul divano di casa, non ha retto ai sensi di colpa e ha deciso di togliersi la vita impiccandosi. Dramma a Ladispoli, nell'appartamento dove l'uomo, un romeno 40enne, era da giorni sottoposto all'ordinanza restrittiva proprio in seguito alla decisione del gip di Civitavecchia. Lo hanno trovato esanime i carabinieri della stazione locale che in realtà in un primo momento pensavano potesse essere evaso per far del male ancora alla sua ex, che da tempo aveva avanzato già le pratiche della separazione. E per questo i militari, per ragioni di sicurezza, la stavano sorvegliando nel quartiere dove vive. Quando sono arrivati i soccorritori, non c'era più nulla da fare per il marito. La magistratura civitavecchiese ha disposto l'autopsia, anche se apparentemente sembra essere soltanto una formalità. I fatti precedenti al suicidio.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori (le indagini sono state compiute dai carabinieri di Cerveteri coordinati dalla compagnia di Civitavecchia), il 40enne non avrebbe accettato la fine della relazione decidendo di lanciare messaggi inequivocabili alla donna.

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LE RITORSIONI
Prima le minacce, poi il tentativo di dar fuoco alla sua auto parcheggiata sotto casa cospargendola di benzina. La vittima, 43enne, si era rivolta alla caserma denunciando il fatto e temendo anche per il figlio, minorenne. Trascorso qualche giorno, l'uomo che non è tornato alla carica ripresentandosi da lei e suonando il campanello con una certa insistenza. Al rifiuto di poter entrare, si è ingegnato arrampicandosi fino al balcone del primo piano ed entrando dalla porta lasciata aperta. In quel momento è esplosa la sua ira. Si è diretto in cucina, ha afferrato un coltello minacciando la moglie e costringendola, assieme al bambino, a sedersi sul divano tenendoli in ostaggio. Nel frattempo però la donna era riuscita poco prima a dare l'allarme al 112 mantenendo la lucidità. Quando i carabinieri di via Pertini si sono presentati, l'uomo ha negato ci fosse qualcun altro nell'appartamento e, sempre sotto minaccia dell'arma, ha imposto a madre e figlio di tenere la bocca chiusa senza fare rumore come a voler simulare che l'abitazione fosse vuota. I militari non gli hanno creduto ovviamente, il romeno si è sentito oramai in trappola e ha tentato l'inutile fuga sempre dal terrazzo ma è stato bloccato, ammanettato (non ha opposto alcuna resistenza) e portato in caserma. Ad aprire il portone ai suoi salvatori la stessa moglie. Dopo la convalida dell'arresto, il marito è finito ai domiciliari in attesa di ricevere anche il braccialetto elettronico, come disposto dal giudice per rafforzare la misura cautelare.


SENSI DI COLPA
Evidentemente sono iniziati i sensi di colpa visto che più volte come raccontato dalla donna alle forze dell'ordine ha telefonato a casa per parlare con il bambino scusandosi più volte. A quanto si è appreso, anche la donna si era allarmata proprio perché improvvisamente non ha provato a mettersi più in contatto con il minore. Un comportamento forse insolito considerato il suo atteggiamento meno aggressivo nei confronti dei familiari. A quel punto la 43enne si è ricordata di avere una copia delle chiavi di casa del suo ex e le ha date ai carabinieri affinché potessero controllare se fosse accaduto qualcosa. Per ben due volte non aveva risposto al citofono quando la pattuglia si era presentata per la normale ispezione quotidiana. Il triste epilogo infine quando i militari sono entrati trovandolo ormai senza vita. Non aveva mai avuto precedenti penali.
 

Ultimo aggiornamento: 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA