San Corbinano all'Infernetto è gremita di gente. Il parroco ha permesso lo svolgimento del funerale di Mattia Roperto nel grande cortile della chiesa costruita nel 2011 con l'aiuto diretto dell'arcivescovato di Momaco Frisinga, lo stesso di Papa Ratzinger che la inaugurò. Alle 10 puntuale è arrivato il feretro del quindicenne travolto e ucciso una settimana fa in via Cilea, una strada proprio vicina alla chiesa. Il ragazzo studente di prima liceo, quella sera era uscito per mangiare una pizza con gli amici delle scuole medie, la sua comitiva, ma mentre attraversava sulle strisce è stato centrato in pieno e scaraventato sull'asfalto dal una Peugeot guidata da Federico Costantino, 22enne, poi risultato positivo al drugtest e ora ai domiciliari per omicidio stradale.
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Il campetto di calcio del cortile è trasformato in altare. Sulle porte sono agganciati palloncini bianchi e una ghirlanda di girasoli. Un enorme cuore di palloncini bianchi è al centro dell'area.
La campana più piccola di San Corbignano da oggi si chiamerà "Mattia" e suonerà tutte le domeniche nel quartiere per indicare che Cristo è risorto e Mattia vive con lui. Durante il funerale il parroco l'ha fatta suonare 15 volte, tante quanti gli anni di Mattia.
Il parroco ha esortato i ragazzi presenti a "non sballarsi", a fare qualcosa di grande per il mondo e per Mattia. "L'altra sera alla fiaccolata dicevate in tanti che questo è un mondo di cacca, c'è una canzone di Fabrizio De André che dice che dai diamanti non nasce nulla, ma dal letame nascono i fiori. Noi adulti abbiamo infranto i vostri sogni, ma voi continuate a sognare".
Poi aggiunge: «Un'altra frase che ho sentito alla fiaccolata è stata: 'Rega, le canne fatevele a casà. Le canne non ve le fate manco a casa - incalza don Carlo - perché non sapete quanto durerà l'effetto di quello che avete fumato. Non potete essere sicuri che quando vi metterete al volante la vostra percezione della realtà non sia alterata. Non deve succedere quello che è successo a Mattia».
Mamma Antonella chiude gli occhi poi prende il microfono dopo la benedizione di don Carlo.