Il gruppo M5s del centro storico a Raggi:«Nessuna lista alle comunali» De Vito: «Riflettere: il malessere è in tutto il comune»

Giovedì 3 Settembre 2020 di Stefania Piras
Il gruppo M5s del centro storico a Raggi:«Nessuna lista alle comunali» De Vito: «Riflettere: il malessere è in tutto il comune»
E a Roma i banchetti e i gazebo del M5s per il al referendum dove saranno? Ma soprattutto chi ci sarà se un bel pezzo di attivisti del Movimento romano non è favorevole al taglio dei parlamentari e non ha più alcun legame con vertici e parlamentari? La rivolta serpeggia nelle chat e nelle assemblee, che nonostante tutto alcuni gruppi tengono ancora, per tenere assieme i brandelli di un partito che è molto cambiato e ha perso consenso strada facendo, dal 2016. 

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Con un comunicato pubblicato su Facebook il meetup del Centro storico ha sospeso tutte le attività politiche connesse ai principali appuntamenti elettorali: il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e persino le prossime comunali. Segno che non c'è compattezza sul Sì, e anzi che molti sono per il No (il primo a uscire allo scoperto è il consigliere capitolino Roberto Allegretti, l'ultimo arrivato sui banchi dell'Assemblea in aula Giulio Cesare),  al punto da minacciare di non presentare nessuna lista per le comunali. Anche in giunta capitolina ci sono assessori contrari al taglio dei parlamentari: sono orientati sul No il vicesindaco Luca Bergamo e il delgato all'urbanistica Luca Montuori. La sospensione decretata dal gruppo del M5s centro apre la strada alla libertà di voto per il referendum per cui anche altri partiti hanno optato. Sono partiti, va detto, che però non ne hanno mai fatto una crociata come fu invece per il M5s che in molti territori non è riuscito a spiegare la differenza tra il No opposto alla riforma Renzi del 2016 e il No di questa riforma. 

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 Ed è una grossa tegola anche per Raggi che invece ha annunciato di volersi ricandidare e che avrà bisogno di quell'esercito di volontari e militanti come fu nel 2016. Risultato pratico: in centro il M5s che già non è maggioranza in consiglio municipale rischia di non presentarsi proprio.

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Ma vediamo cosa dice il comunicato approvato durante l'assemblea del 2 settembre 2020:
«Il gruppo M5S I Municipio Centro Storico di Roma comunica che da oggi sospende ogni attività ed iniziativa relativamente alla prossima campagna referendaria sul taglio dei parlamentari. Tale sospensione continuerà anche per le future elezioni comunali 2021 di Roma incidendo altresì sulla presentazione della lista candidature del nostro territorio.
La presente decisione del gruppo è nata al fine di ottenere un sincero e proficuo confronto con i cosiddetti “vertici del Movimento” su valorizzazione e considerazione dei gruppi territoriali di attivisti
».

 

Comunicato approvato in assemblea ieri 2 settembre 2020: Il gruppo M5S I Municipio Centro Storico di Roma comunica che...

Pubblicato da M5SRoma1 su Giovedì 3 settembre 2020

«Non è una polemica contro Raggi, si tratta di una diatriba interna sul ruolo politico dei gruppi locali all'interno del Movimento. Noi M5S del I Municipio proveniamo da un gruppo di attivisti che prestano azione volontaria solo per passione e senso civico. Prima del 2013 il Movimento non era presente nelle istituzioni, eravamo più 'leggerì diciamo, ora è cresciuto. Le attività sul territorio sono più gravose e più importanti e, mentre accade questo, ai verticì si sono dimenticati degli attivisti e di consiglieri locali», dice Giuseppina Campanini, capogruppo, fino a qualche settimana fa, del Movimento 5 Stelle nel I Municipio di Roma. 

«Dopo Grillo, Di Maio, come capo politico, fece un nuovo statuto con nuove regole e all'interno del nuovo statuto già non si prevedeva nessun riconoscimento per i gruppi locali. Li già mancava il riconoscimento del ruolo politico dei gruppi locali -sottolinea Campanini-. Tutti gli attivisti vogliono essere in grado di partecipare alle decisioni, anche a livello nazionale». «Per dire -aggiunge-, su questo problema dei gruppi locali non c'è stata nemmeno una consultazione sulla piattaforma Rousseau. In ogni modo tutto dovrebbe essere discusso nei famosi stati generali. Ma non è una polemica politica, sui contenuti. Vogliamo, più che altro, fare pressione sul capo politico, reggente, Crimi. Anche se chiamarlo reggente è quantomeno particolare visto che sta in carica sicuramente da più di 40 giorni..», conclude.


Lo strappo che rappresenta comunque una grana per la prima cittadina capitolina, è condiviso dal presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito, ed è un segnale di allarme non trascurabile anche per i maggiorenti del partito: dalla vicepresidente del Senato Paola Taverna all' attuale tesoriere e già capogruppo vicario alla Camera Francesco Silvestri. Senza il supporto dei militanti infatti sarà impossibile organizzare la campagna elettorale e trovare candidati. Per questo diventa rischiosissimo anche un intervento disciplinare del capo politico, Vito Crimi, che rischierebbe di esasperare ancora di più gli animi. 

Proprio Marcello De Vito asseconda con un post su Facebook la presa di posizione dei militanti e avverte: «C'è un malessere diffuso in tutto il territorio comunale e non solo».  Poi, accuse pesantissime a tutti i livelli: da Davide Casaleggio a Vito Crimi fino a Luigi Di Maio, pur senza nominarli: «Un'associazione politica con 170.000 iscritti che ha due soci fondatori, che non ha un consiglio direttivo (di norma lo hanno anche le associazioni di quartiere), che non è titolare della piattaforma di voto. Un'associazione in cui l'assemblea non viene convocata per definire gli indirizzi, fatte salve quelle pseudo votazioni indette come sopra, in cui non viene rinominato il capo politico e/o indetti gli Stati generali con scuse improbabili e mesi di ritardo, in cui i probiviri sono mero ed esclusivo strumento per la gestione punitiva del dissenso». E infine la stoccata sul referendum: anche De Vito fa capire che il Sì imposto dall'alto traballa parecchio. «Oggi i “vertici” chiedono dall'alto agli attivisti di promuovere in piazza il Referendum per il SI'», scrive per dire che quel Sì non è scontato. 

Il primo meetup era considerato lo zoccolo duro del Movimento romano, per dire che Virginia Raggi e il deputato Francesco Silvestri hanno cominciato qui prima di creare i loro meetup territoriali; avevano un guppo storico in via del Corso, e qui raccolgono ancora le candidature. Percorso difficile, quello delle  liste, se si comincia con un ammutinamento proprio in centro. «Non c'è da preoccuparsi, alcuni militanti rappresentano solo se stessi», commenta, invece, a caldo l'ex capogruppo capitolino Paolo Ferrara. E però intanto i gazebo per il Sì al referendum, sul territorio non partono. 

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Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 20:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA