Luca Sacchi, ai funerali Anastasia non c'è. Il messaggio al papà del fidanzato: «Vivo l'inferno»

Giovedì 7 Novembre 2019 di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
Luca Sacchi, ai funerali Anastasia non c'è. Il messaggio al papà del fidanzato: «Vivo l'inferno»

Anastasia avrebbe voluto esserci al funerale del suo Luca. Invece è rimasta a casa, protetta dalla mamma, accanto alla sorellina più piccola. Al papà di Luca, Alfonso, ha però inviato ieri, prima della cerimonia, un messaggio con il cellulare: «Ho appreso dai giornali la notizia dei funerali e ci avevo pensato molto ma con tutto il clamore mediatico che si è creato intorno a questa tragedia, ho valutato di non venire». Poche parole che sembrano quasi essere state suggerite se non, addirittura, dettate. Il signor Alfonso, a sua volta, ha risposto chiedendo a questa ragazza, che considerava una «seconda figlia», il motivo per cui non si è fatta più sentire né vedere: «Perché sei scomparsa?», ma Anastasia non ha più scritto.

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Ha preferito restare lontana dal clamore mediatico, intimorita dalle possibili reazioni di chi avrebbe potuto puntare il dito contro di lei. Anche se qualche ragazzo, amico di Luca, crede che fosse in sella a una delle moto che hanno sfilato di fronte alla chiesa e che con lei ci fosse anche Giovanni Princi. Più volte Alfonso aveva ripetuto ai giornalisti nella conferenza stampa nell'hotel sull'Appia: «Qualcuno in tutta questa misteriosa vicenda che ha portato alla morte di Luca, ha mentito». Non dicendolo apertamente, ma alludendo alla fidanzata del figlio, appunto, e a un amico di questi, Giovanni Princi che, stando alle testimonianze degli intermediari dei pusher, erano insieme in via Latina a mostrare loro uno zainetto pieno di soldi, circa un'ora e mezza prima del delitto davanti al pub.

 



LA NONNA
Anastasia è rimasta chiusa nel suo silenzio. Per sua madre, Valentina, anche Luca era come un figlio. Era abituata a vederlo accanto a Nastija e a sentirsi al sicuro quando i due uscivano insieme. E Luca non l'ha mai delusa, ha protetto sua figlia fino a rimetterci la sua stessa vita. Così ieri a pregare per quel ragazzo che tante volte i Kylemnyk avevano accolto in casa e ad accendere un lume per lui nella chiesa di via Centuripe, ci è andata nell'anonimato, mescolandosi alla grande folla che ascoltava le parole e l'omelia di don Mario, la nonna paterna. Un fiore stretto tra le mani, l'angoscia nel cuore.
Chi conosce bene la famiglia della baby-sitter 25enne di origine ucraina confida che Nastija da quella maledetta sera del 23 ottobre è a pezzi, distrutta. Di più. Temono che possa commettere qualche gesto insano, che non regga allo strazio che ogni volta rivive nella sua mente: venti minuti a terra con la testa insanguinata del fidanzato morente tra le mani in attesa di un'«ambulanza che non arrivava mai». Una scena che ha ripetuto tante volte in casa, piangendo. «Stiamo vivendo un inferno», il refrain dei Kylemnyk agli amici più stretti dell'Alberone, il quartiere dove vivono a pochi isolati di distanza dall'abitazione dei Sacchi. Ed è per questo che Valentina e il marito, il patrigno di Anastasia, starebbero cercando di preservarla da qualsiasi giudizio, da qualsiasi sguardo indiscreto e l'avrebbero consigliata di non partecipare alla cerimonia funebre, così come di interrompere le visite a casa dei Sacchi, in attesa piuttosto di essere sentita dagli inquirenti.

Troppe cose si sarebbero dette sulla figlia, a partire dalla sottolineatura dell'origine straniera, («ma lei vive da quando era bambina in Italia e si sente italiana»), ai dubbi circa le ferite riportate dopo l'aggressione a colpi di mazza da baseball: «Dicono che Nastija non sia ferita ma ha un ematoma dietro la testa e le ginocchia ancora sbucciate».
Ma qual è la verità di Anastasia? La ragazza sta aspettando di essere ascoltata dai carabinieri e dal pm. Non sa ancora quando. Non c'è la convocazione. Si è affidata a un legale che la aiuterà in questo percorso. Finora quel che appare certo è che lei fosse davvero con Princi prima di incontrarsi con Luca. Non è chiaro, invece, se lui fosse a conoscenza di questo appuntamento, se sia arrivato dopo o fosse altrove, lì vicino, nel frattempo. Possibile che chi, alle 23, ha aggredito la coppia che si stava dirigendo verso il pub di via Bartoloni, si sia accanito contro il personal trainer di 24 anni scambiandolo per qualcun altro? Magari proprio per Princi? Domande a cui solo Anastasia potrà rispondere.

Ultimo aggiornamento: 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA