Luca Sacchi, il padre: «Ergastolo a chi sparò, ma Anastasia responsabile morale»

Sabato 25 Gennaio 2020 di Camilla Mozzetti
Luca Sacchi, il padre: «Ergastolo a chi sparò, ma Anastasia responsabile morale»

«Ci sono dei responsabili materiali che meritano di scontare il massimo della pena e poi c'è chi, per la morte di mio figlio, ha una responsabilità morale. Quella persona è Anastasia che si è portava via Luca e ha permesso che accadesse tutto questo». Alfonso Sacchi è nel suo ristorante quando risponde al telefono. Ha da poco saputo dall'avvocato Armida Decina, che lo assiste insieme al collega Paolo Salice, della chiusura delle indagini decretata dalla Procura con la richiesta di giudizio immediato per Valerio Del Grosso, Paolo Pirino, Marcello e Armando De Propris, Giovanni Princi e Anastasia Kylemnyk, tutti coinvolti - a vario titolo - nell'inchiesta sull'omicidio del personal trainer 24enne. «Mio figlio non tornerà più e lei non può capire perché io non lo so spiegare e il dizionario non contempla la parola giusta, quanto inumano sia per un padre sopravvivere al proprio figlio».

Signor Sacchi la prima udienza di fronte alla Corte d'Assise si terrà il prossimo 31 marzo. Cosa si aspetta dal processo?
«Il massimo della pena».

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L'ergastolo per Valerio Del Grosso e per il suo complice?
«È il minimo a cui posso ambire. Mio figlio non me lo ridarà nessuno. Se a loro, invece, danno dieci o vent'anni quando usciranno, avranno ancora il tempo per rifarsi una vita. Mio figlio invece no. Luca una vita non se la potrà rifare perché non c'è più. Non posso neanche trovare le parole per spiegare quanto sia devastante perdere un figlio. Tutti i giorni vivo con una pietra sulla bocca dello stomaco ora spero in una condanna giusta per provare ad alleggerire questo magone che, tuttavia, mi porterò dentro per il resto dei miei giorni».
 

 


Secondo lei Anastasia è responsabile della morte di Luca?
«È stata lei a scavargli la tomba. Se Nastia non si fosse cacciata nei guai che sono poi emersi, quella sera non ci sarebbe mai stata».

La ritiene responsabile morale?
«Sì, io spero che possano contestarle qualcosa perché è anche lei che ce lo ha portato via. Se era una ragazza perbene, come credevamo, quella sera non sarebbe stata organizzata. Ci siamo fidati di Nastia e abbiamo perso nostro figlio. Penso che quella sera Luca sia andato lì per tirarla fuori da qualche altro casino in cui Nastia si era cacciata e credo anche che quel proiettile non fosse per lui, che se lo è preso per difendere questa ragazza che ha tradito tutti noi».

Nelle chat tra la Kylemnky e suo figlio, emerge una conflittualità costante: lui che non la capisce e prova comunque a trattenerla, lei che lo accusa, addirittura, di preferire la madre.
«Ma le sembra normale dire a un ragazzo scegli tra me o tua madre? Sono due amori differenti; Luca ha provato a farglielo capire, era un ragazzo buono dentro mio figlio. Una volta si confidò con mio nipote e disse: Se la lascio che fine fa?».
 


Dunque lei è convinto che Luca, scoperto qualcosa di sbagliato, abbia solo provato ad aiutare la sua ragazza?
«Sì, lo penso dopo quello che è emerso. Da dopo l'estate Nastia era cambiata moltissimo».

La famosa estate in cui è ricomparso sulla scena Giovanni Princi.
«Luca le telefonava e lei non rispondeva, le chiedeva ma sei con Gio? E chi è Gio se non Princi? Credo che Luca avesse scoperto o capito degli atteggiamenti sbagliati da parte di Nastia. Anche questa storia della stanza d'albergo ma che stava facendo?».

Ma lei ha capito quest'ultimo aspetto?
«Non l'abbiamo capito ma chissà con chi stava Nastia, Luca quella sera non c'era e ora mi faccio una domanda: ma cosa la prendi a fare una stanza da 28 euro? Per farci cosa?».

Crede che le indagini abbiano chiarito al meglio il contesto che si celava dietro il rapporto tra Nastia e Princi?
«Penso che la Procura abbia fatto un buon lavoro, la prima udienza del processo è tra due mesi circa: un tempo brevissimo rispetto ad altri casi e per questo ringrazio gli inquirenti e il pubblico ministero».

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 00:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA