Luca Sacchi ucciso a Roma, la fidanzata: «Ho cercato di fermare il sangue con le mani»

Venerdì 25 Ottobre 2019 di Camilla Mozzetti
Luca Sacchi ucciso a Roma, la fidanzata: «Ho cercato di fermare il sangue con le mani»
«Mamma corri, è successa una cosa terribile, hanno sparato a Luca». Lo butta fuori tutto d'un fiato quel dolore feroce che non smette di farle tremare le gambe. E con poche parole dà forma ancora dopo averlo già fatto con i carabinieri, a quell'incubo. Sì, è tutto vero. Purtroppo non lo ha immaginato. Lei, Anastasiya Kylemnyk, 25 anni, che cade in terra dopo che un uomo la strattona alla schiena per strapparle via lo zaino e la colpisce alla nuca. Sempre lei che sviene e si riprende, sente le urla e vede il suo fidanzato steso sull'asfalto. Le grida degli amici le rimbombano nella testa «chiamate i soccorsi, qualcuno faccia qualcosa». E poi subito su di lui, sul corpo di Luca Sacchi, 24 anni, che non si muove e non parla. «Gli ho tenuto la testa tra le mani per cercare di fermare il sangue che non smetteva di uscire». Gli hanno sparato addosso un solo colpo e lo «hanno ucciso come un cane».
Per venti minuti almeno questa ragazza minuta dagli occhi cerulei cercherà di tenerlo in vita. Non erano neanche le undici di mercoledì sera quando il suo ragazzo è stato raggiunto da un colpo di pistola alla testa nel corso di una tentata rapina all'angolo tra via Teodoro Mommsen e via Franco Bartoloni nel quartiere Appio-Latino.

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LA RICOSTRUZIONE
«Eravamo al pub, stavamo attraversando la strada verso il parchetto ricostruisce la ragazza prima con i militari e poi con la madre quando mi sono sentita prendere lo zaino da dietro, ho sentito un colpo e sono caduta, quando mi sono ripresa Luca non si muoveva». Sono gli altri, gli amici che erano con lei e con Luca nel locale a chiamare i soccorsi mentre Anastasiya stringerà tra le mani la testa del fidanzato provando a fare l'impossibile. Non ha nient'altro se non un golfino che in breve tempo cambierà colore. Nel momento esatto in cui un uomo tuttora ricercato dai carabinieri impugna una pistola e spara senza esitazione alla testa del 24enne lei è priva di conoscenza.

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L'IDENTIKIT DEGLI AGGRESSORI
C'è Marco (lo chiameremo così) che dall'altra parte della strada vede la scena e la racconta: «Una smart forfour bianca con il tettuccio nero si è accostata, erano in due: uno alto, magro, vestito interamente di nero e l'altro un po' più basso, tarchiato con una tuta bianca con delle scritte. Non avevano il volto coperto né da fasce né da cappelli ma era buio. Uno è sceso aveva in mano un bastone ma come si fa ad andare in giro così». Qual è «il grado di follia di questa gente si domanda il ragazzo sei un pazzo furioso se esci da una macchina con un bastone in mano». Sono attimi concitati. Dopo che Anastasiya viene derubata dello zaino, «Luca insegue il rapinatore prosegue Marco e lo blocca, inizia a picchiarlo ma in un attimo il suo complice gli spara e i due scappano così lasciandolo in terra. È inaudito che accadano cose del genere in un quartiere centrale di Roma».
Sono le 22.50 quando parte la richiesta di soccorso. «L'ambulanza è arrivata dopo venti minuti conclude Marco Anastasiya l'hanno lasciata lì». La ragazza viene immediatamente ascoltata dai carabinieri sul posto poi gli amici chiamano un'altra ambulanza che la porta all'ospedale San Giovanni. Dopo le verifiche tra cui una tac la giovane trascorre la notte al Nucleo investigativo di via In Selci.
 
 


«VOGLIAMO GIUSTIZIA»
«Mia figlia aggiunge la madre è distrutta, nessuno li cercava, nessuno voleva colpirli come hanno detto in tanti in queste ore folli. Luca era per me un secondo figlio, un ragazzo buonissimo, stavano sempre insieme ormai da 5 anni, Anastasiya mi ha mandato un sms su Whatsapp intorno alle 3 di notte e stamattina (ieri ndr) mi ha chiamato alla sette per dirmi cosa era successo. Nessuno di noi si dà pace perché non può accadere di essere ucciso così in mezzo alla strada, ma dove viviamo?». Tutti gli amici della coppia che ieri sono rimasti in ospedale al fianco di Anastasiya e di Luca, per salutarlo un'ultima volta, lo ripetono tra le lacrime: «Queste persone vanno trovate e punite, deve essere fatta giustizia».
 


 
Ultimo aggiornamento: 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA