Luca Sacchi prima del delitto: «Anastasia è cambiata, non la riconosco più»

Domenica 1 Dicembre 2019 di Camilla Mozzetti
Luca Sacchi prima del delitto: «Anastasia è cambiata, non la riconosco più»
La sua verità non la potrà mai raccontare così come non potrà mai difendersi dalle accuse che molto probabilmente nei prossimi giorni gli verranno rivolte. Né potrà confermare o smentire le ricostruzioni sulla sua partecipazione alla trattativa per l'acquisto di 15 chili di marijuana. I morti non parlano. Luca Sacchi è stato ucciso dal proiettile di un revolver calibro 38 esploso a bruciapelo la sera del 23 ottobre scorso da Valerio Del Grosso, pasticcere 21enne di Casal Monastero. Ma alcune delle sue parole, pronunciate pochi giorni prima della tragedia, e raccolte da chi questo ragazzo con la passione per le arti marziali e le motociclette l'ha visto crescere, sono conservate gelosamente. Sono parole che inquadrano lo stato d'animo di un giovane di 24 anni afflitto nell'ultimo periodo da molti dubbi e altrettante perplessità. Non è il papà Alfonso o la mamma Tina o ancora il fratello Federico, il custode delle sue affermazioni che, in un contesto diverso da quello attuale, avrebbero senz'altro trovato una più facile spiegazione. Ma ora è diverso.

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LE DOMANDE
Luca se lo domandava da un po': «Perché vedo Anastasia cambiata? Forse non sono più felice con lei». Con la ragazza che qualche anno fa gli aveva rubato il cuore e che oggi è stata sottoposta per volere del gip Costantino De Robbio all'obbligo di firma dopo che le indagini sull'omicidio di Luca hanno per il momento accertato la sua partecipazione nella trattativa propedeutica all'acquisto di droga.
Lei, babysitter e cameriera che impartiva ripetizioni a domicilio. E sempre lei che si trasforma secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nella cassiera di Giovanni Princi e custodisce nello zainetto la sera dell'omicidio 70 mila euro, necessari all'acquisto della marijuana. Il 23 ottobre Luca è uscito di casa pur avendo un terribile mal di schiena dopo aver ricevuto una telefonata.
Da quello che ricordano in famiglia, sarebbe rientrato di lì a poco e invece Sacchi a casa non è più tornato. È stato visto uscire a piedi ed era solo. Anastasia non c'era. Poi i due si sono trovati al pub. La ragazza, invece, ha messo a verbale di aver raggiunto il John Cabot a piedi quella sera con il fidanzato, eppure la sua auto una Citroen C1 parcheggiata regolarmente nelle vicinanze è stata poi spostata dopo la sparatoria da Giovanni Princi.
Chi ce l'ha portata lì prima della tragedia? Se non è stata lei, potrebbe essere stato l'amico di scuola di Luca. Ma perché Princi ora in carcere aveva l'auto della ragazza?

LE INCONGRUENZE
Luca e Anastasia erano una cosa sola, così apparivano nelle foto scattate in vacanze solo un paio di anni fa. E poi? Qualcuno sostiene che i due si fossero allontanati nell'ultimo periodo. Per quale motivo? Perché Luca aveva scoperto come sostiene la famiglia qualcosa che non andava nel comportamento della fidanzata e dell'ex compagno di liceo ritrovato solo da qualche mese? Interrogativi, questi, che proprio i genitori di Sacchi continuano a porsi. E non sono gli unici. Tante le domande che ancora aspettano risposta. Tra cui quella sul ruolo del ragazzo all'interno della trattativa per l'acquisto di droga.
Il procuratore Michele Prestipino ha detto che «Non ci sono elementi per dire che Sacchi fosse coinvolto, partecipe o consapevole della compravendita di sostanza stupefacente». Gli intermediari di Valerio Del Grosso, Valerio Rispoli e Simone Piromalli, mandati all'Appio a visionare la presenza di denaro per l'acquisto della marijuana hanno, tuttavia, messo a verbale due dichiarazioni contrastanti. Il primo ha raccontato di essere uscito dopo la sparatoria dal pub e di aver visto una ragazza china su un giovane da lui «non incontrato in precedenza» mentre Piromalli «il più sincero con ogni evidenza» scrive il gip De Robbio nell'ordinanza nel ricostruire i momenti successivi al ferimento di Sacchi ha detto, negli uffici della Squadra Mobile di fronte anche ai carabinieri, che «il ragazzo disteso a terra faceva parte del gruppo con i quali lui e Rispoli si erano in precedenza incontrati».
 
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