Luca Sacchi, il sospetto del business di Nastja e Princi tra palestre, feste e pub

Lunedì 2 Dicembre 2019 di Camilla Mozzetti
Luca Sacchi, il sospetto del business di Nastja e Princi tra palestre, feste e pub
Cosa hanno nascosto? Chi stanno coprendo e perché? Ma soprattutto: a quale giro era destinata la droga che puntavano ad acquistare? È una settimana cruciale quella che si apre per delineare il contesto in cui è maturato l'omicidio di Luca Sacchi. Domani e mercoledì si terranno gli interrogatori di Giovanni Princi, ex compagno di scuola del personal trainer e Anastasia Kylemnyk, fidanzata della vittima. I due raggiunti da misure diverse per volere del gip Costantino De Robbio (il primo è stato arrestato mentre lei sottoposta all'obbligo di firma) potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere.

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Luca Sacchi, sequestrato il cellulare di Anastasia. «Contatti segreti tra lei e Princi»

E tuttavia il loro eventuale silenzio potrebbe essere superato dall'esito delle perizie sui telefoni, sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo che stanno conducendo le indagini per conto della Procura. Gli inquirenti hanno in mano il cellulare di Sacchi, di Anastasia, di Princi ma anche dei due intermediari (Valerio Rispoli e Simone Piromalli) mandati all'Appio da Valerio Del Grosso a visionare la presenza del denaro per l'acquisto di 15 chili di marijuana. Una partita enorme di droga per un gruppetto di presunti bravi ragazzi che forse serviva a mettere su (o a rinforzare) una piazza di spaccio all'Appio avviata o prossima alla nascita negli ambienti frequentati dai giovani: palestre ma anche feste e locali. Non si esclude che dietro ci sia una terza persona che ha messo il capitale delegando ai ragazzi il lavoro sporco. Princi del resto non è estraneo al mondo degli stupefacenti. Dall'aprile all'11 ottobre scorsi era stato controllato 3 volte in contesti di droga.

In un'occasione la polizia aveva sequestrato nel garage abbandonato vicino al suo box un po' di fumo «ma non vi erano stati elementi per addebitarne la detenzione al ragazzo si legge nell'ordinanza fermato appena prima con qualche grammo di marijuana in auto, in compagnia tra gli altri di Domenico Marino Munoz». Proprio Munoz la notte della sparatoria si trovava al fianco di Sacchi e di Anastasia durante la trattativa ed era sempre con loro al momento del ferimento. L'obiettivo è quello di scoprire nella rete dei messaggi (laddove non fossero stati cancellati e nell'eventualità che gli inquirenti non abbiano in mano apparecchi vergini) se la vittima, la sua ragazza e l'amico ritrovato solo da pochi mesi avessero avuto dei contatti precedenti alla tragedia con il gruppo di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino e se tutti e tre fossero compartecipi alla trattativa per l'acquisto della droga. L'attenzione degli investigatori è puntata anche sul giro dell'Appio per capire se la marijuana doveva essere piazzata anche da terzi. E non per la prima volta.

LE VERITÀ NASCOSTE
Di certo, Giovanni Princi, che secondo gli inquirenti ha ricoperto il ruolo di ponte tra l'Appio e Casal Monastero nella trattativa, ha mentito. La notte dell'omicidio ha confermato la sua presenza nel pub e di essere con Luca e Anastasia negando, però, «di conoscere Valerio Del Grosso, Valerio Rispoli e Simone Piromalli». Ha mentito sapendo di farlo. Perché Princi e sono le indagini a dirlo intratteneva dei rapporti con Rispoli già da tempo. «Se so conosciuti anni e anni fa spiega una fonte e poi qualche mese fa sto Giovanni ha scritto a Valerio (Rispoli ndr) dal nulla». È Piromalli a spiegare meglio il rapporto tra i due. Ascoltato in Questura il ragazzo ha detto di aver accompagnato Rispoli quella sera all'Appio per parlare con un giovane «al fine di definire i termini per una cessione di marijuana». Quando i tre si incontrano Rispoli non ha con sé la droga ma «l'acquirente ha messo sempre a verbale Piromalli era già un suo cliente».

Da quanto tempo? Anche sul rapporto tra Princi e Del Grosso c'è il sospetto di una conoscenza pregressa. Quando il pasticcere arriva all'Appio e vede anche lui i soldi si rivolge a Princi e quest'ultimo gli dice: «Ma come frà avevi detto che facevamo qua» e Del Grosso: «Vado, prendo l'erba e te la porto qua». Lo scambio verbale lascia quantomeno supporre che i due si fossero accordati prima perché insolito è lo stupore di Princi che forse è, invece, convinto di condurre lo scambio non appena fatto vedere il denaro. Dopo la sparatoria, inoltre, Princi con Sacchi agonizzante in ospedale si preoccupa di spostare la Citroen C1 di Anastasia parcheggiata nei pressi del pub e portarla in una strada vicino alla sua abitazione. Che l'auto fosse servita (o fosse stata già usata) per trasportare droga? Quando il ragazzo riappare all'ospedale San Giovanni è la mattina del 24 ottobre. Accanto alla madre di Anastasia, di fronte al pronto soccorso, dirà ancora: «Ho visto scendere dall'auto due tizi mai visti, ma come si fa a uscire armati cosi? È da folli».

 
Ultimo aggiornamento: 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA