Luca Sacchi, i pm pronti ad inchiodare anche gli amici della vittima

Lunedì 4 Novembre 2019 di Giuseppe Scarpa
Luca Sacchi, i pm pronti ad inchiodare anche gli amici della vittima

I nodi arriveranno presto al pettine. La procura si prepara a stilare una serie fitta di interrogatori e di sommarie informazioni. Prima, però, gli inquirenti attendono i tabulati telefonici. Quest'ultima è un'arma nelle mani degli investigatori per disegnare il perimetro, all'interno del quale, collocare i protagonisti della vicenda ed espellere chi non ha alcun ruolo.

Ecco che lo step successivo vedrà il pm Nadia Plastina, titolare dell'inchiesta, decidere in quale ordine ascoltare le diverse persone: una lista di nomi, tra cui spiccano, quello di Anastasia Kylemnyk la fidanzata della vittima Luca Sacchi. L'amico di quest'ultimo, Giovanni Princi. Gli emissari dei pusher, Valerio Rispoli e Simone Piromalli. Tutte persone suscettibili di passare dallo status di testimoni a quello di indagati. Di certo due indagati già ci sono, Paolo Pirino e Valerio Del Grosso, tutti e due detenuti e accusati della morte di Sacchi. Entrambi, è lecito ipotizzare, verranno ascoltati solo alla fine.

Nel frattempo, infatti, dovranno essere sciolte tutta una serie di contraddizioni. A partire dalla versione di Princi, l'amico della vittima che contrasta con quella degli scagnozzi di Del Grosso, Rispoli e Piromalli. È infatti Princi, secondo quanto messo a verbale dai due intermediari dell'assassino, ad aver mostrato lo zainetto di Anastasia pieno di soldi la sera del 23 ottobre in via Latina, non lontano dal pub John Cabot per avviare la compravendita di marijuana. Il racconto di Piromalli e Rispoli è stato riportato nell'ordinanza del gip.

Tuttavia Princi nega di aver preso parte alla trattativa. Lo ha fatto all'indomani dell'omicidio, ha ricostruito alcuni frammenti di quella serata come se fosse uno sfortunato spettatore: «Una Smart bianca con il tettuccio nero si è accostata, erano in due: uno alto, magro, vestito interamente di nero e l'altro un po' più basso, tarchiato con una tuta bianca con delle scritte».

Non li avrebbe riconosciuti: «Non avevano il volto coperto né da fasce né da cappelli, ma era buio». Eppure, sempre dalle ricostruzioni dei due intermediari, proprio Princi avrebbe parlato, prima della tragedia, con Del Grosso che era arrivato sul posto rassicurandolo di andare a prenderla, «l'erba», e portarla poi all'appuntamento. Sempre Princi nel descrivere gli aggressori ha detto: «Uno è sceso, aveva in mano un bastone ma come si fa ad andare in giro così». E ancora: qual è «il grado di follia di questa gente, sei un pazzo furioso se esci da una macchina con un bastone in mano». La sua ricostruzione appare inattendibile. Così come quella di Anastasia, la fidanzata di Sacchi, che nello zainetto avrebbe custodito il denaro per l'acquisto della droga. Lei si professa estranea. La sua versione non è mai apparsa del tutto chiara. I dubbi, per esempio, emergono in merito all'aggressione subita. La ragazza ha sostenuto di aver ricevuto un colpo di mazza e di essere poi svenuta. Al pronto soccorso, però, non è mai stata refertata alcuna lesione. C'è poi la questione zainetto: portato via da Del Grosso e Pirino. Un elemento centrale in tutto l'affaire. Lei ha sempre detto che conteneva una bottiglietta d'acqua, un portafogli con pochi euro e una trousse per i trucchi. Lo zaino, invece, avrebbe dovuto custodire i soldi per pagare la droga: mazzette da 20 e 50 euro, forse per un totale di 2mila euro. Questa la versione fornita dai due emissari di Del Grosso - «erano interessati tre ragazzi e una ragazza» - i due inviati a visionare il contante dal loro capo prima di portare la busta con la droga. Una testimonianza respinta da Anstasia. Chi dice la verità?
 

Ultimo aggiornamento: 19:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA