Dj Lorenzo Calpini: «Ho suonato per Jovanotti dove mi bullizzavano. Mi chiamavano würstel perché ero grasso»

Si è esibito a Cerenova aprendo il “Beach party”

Lunedì 25 Luglio 2022 di Emiliano Bernardini
Dj Lorenzo Calpini: «Ho suonato per Jovanotti dove mi bullizzavano. Mi chiamavano würstel perché ero grasso»

«Sabato ho il piacere di prendermi una piccola rivincita personale perché suonerò al Jova Beach Party a Marina di Cerenova ovvero la stessa spiaggia dove da piccolo venivo bullizzato ed insultato per essere troppo grasso. L’Associazione nautica era un luogo che odiavo, non ero bravo nello sport avevo pochi amici e spesso venivo preso in giro per essere ciccione, mia nonna mi viziava al mare. Sabato praticamente nello stesso luogo avrò il piacere di suonare davanti a tantissima gente» scriveva così tre giorni fa su Facebook Lorenzo Calpini noto come Lorenzo BITW dj di musica elettronica con influenza world music. La storia di Lorenzo è una storia di rivincita sociale. Un riscatto nei confronti dei bulli che quando era piccolo lo tormentavano. «Tutto ha avuto inizio nel 1998. Mia nonna aveva acquistato una casa a Cerenova e le estati le passavo sempre qui.

Avevo 10 anni e fisicamente ero un po’ grassoccio. Mia nonna mi viziava molto. Insomma la classica nonna italiana che pensa sempre che il nipote mangia poco. Ecco i miei “mali” sono iniziati proprio qui, su questa stessa spiaggia». 

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QUEL SOPRANNOME ANTIPATICO

«In spiaggia andavamo all’associazione nautica una sorta di circolo privato. E qui come è normale avevo fatto amicizia con dei ragazzi romani. La classica compagnia del mare. Non amavo particolarmente lo sport, non giocavo bene a biliardino e così quei ragazzi hanno iniziato a schernirmi. Mi chiamavano würstel proprio per via del mio aspetto fisico. La storia è andata avanti per almeno un paio d’anni. Per me era un vero e proprio inferno. Tanto che odiavo quel posto, quella spiaggia». Ma la vita sa sempre sorprendere e così quasi 25 anni dopo ecco il riscatto. Una rivincita che Lorenzo si è preso sui suoi bulli. «Qualche tempo fa sono stato contattato dalla Sbam, l’etichetta di Jovanotti che si occupa di musica elettronica e dance. A dire la verità inizialmente non avevao nemmeno collegato che la spiaggia era esattamente la stessa. Solo in un secondo momento, parlandone con mia mamma ho ricollegato. E’ stato un regalo enorme. Suonare sulla spiaggia dove venivo bullizzato e prendermi una rivincita su queste persone è stato impagabile. Tra l’altro Jovanotti mi ha fatto una super introduzione».

 

Secondo lei ieri tra le persone presenti al Jova Beach party c’erano anche i bulli? «Questo non lo so, ho perso tutti i contatti con quel mondo. Subito dopo la morte di mia nonna abbiamo venduto la casa ho rotto con tutto. Però devo dire che mi piace pensare che alcuni di loro fosse lì a sentirmi. “Mi insultavano e sabato erano lì a ballare con la mia musica”». Quanto l’ha segnata quell’episodio? «Molto. Mi ha formato in maniera negativa facendomi diventare sicuramente una persona meno piacevole anche se sono pieno di amici». Poi è arrivata la musica, potremmo definirla un’ancora di salvezza? «Diciamo che l’ho scoperta molto tardi, intorno ai 14 anni. Mi ha aiutato ad esprimermi a tirare fuori quello che ho dentro. Un lavoro bellissimo che mi consente di viaggiare e conoscere tantissima gente». Il palco, la musica, migliaia di persone e quel sentimento di rivincita. Chissà quante emozioni ha provato. «Sono salito sul palco senza pressioni. Avevo la testa libera e non ho minimamente pensato al passato. Guardi l’unico nemico è stato il grandissimo caldo. Per il resto è stata una esperienza stupenda. Tantissime persone mi hanno aggiunto sui social e mi hanno fatto i complimenti». Una vetrina importante per la sua carriera. «Decisamente sì. Non è facile per piccole realtà emergere. Jovanotti in questo è bravissimo invece. A maggio 2021 ho fatto anche un disco che si chiama Panthea, un lavoro dedicato all’Italia per il quale ho collaborato con molti stranieri italiani di seconda generazione». Così ieri Lorenzo ha dato uno schiaffo al bullismo.

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