Roma, il preside del liceo Caetani: «Ho fatto denuncia alla polizia, rovinare i volumi offende tutti»

Martedì 3 Dicembre 2019 di Marco Pasqua
Roma, il preside del liceo Caetani: «Ho fatto denuncia alla polizia, rovinare i volumi offende tutti»

«Non ho avuto nessun dubbio: di fronte all'occupazione, ho subito avvisato la polizia, chiedendo lo sgombero del liceo». Marco Guspini è a capo, dallo scorso mese di aprile, del liceo Caetani, in Prati. Cinquantanove anni, un passato da docente di sostegno, proviene dall'Emilia Romagna, dove era dirigente dell'ufficio scolastico regionale, sottolinea di aver «sempre avuto un rapporto incentrato sul dialogo» con tutti i suoi alunni. «Sanno che la mia porta è aperta», dice, poche ore dopo l'intervento della polizia nel liceo di viale Mazzini.
Quando si è reso conto che i ragazzi avevano occupato la scuola?
«C'era stato un primo tentativo nella notte tra venerdì e sabato, ma era scattato l'allarme ed era intervenuta la vigilanza privata. Nella serata di domenica, sono stato informato dalla polizia che erano stati notati movimenti sospetti in zona e, quindi, erano stati predisposti dei controlli mirati. Mi hanno avvisato del blitz degli studenti intorno all'1 di notte».
Quante persone si trovavano nella scuola?
«Non più di dieci, su un totale di mille».
Ha cercato di farli desistere?
«Ma certo. Con la polizia ho avviato un dialogo. Loro si erano barricati all'interno. Li ho avvisati delle conseguenze, penali e disciplinari, di quell'azione, ma non c'è stato verso di farli ragionare».
E come ha reagito?
«Ho sporto denuncia, chiedendo l'intervento della polizia per poter far riprendere il prima possibile le lezioni, nell'interesse di tutti».
Non ci sono stati momenti di tensione...
«Gli agenti sono stati molto bravi. Tutto è avvenuto in maniera pacifica. I ragazzi sono stati identificati, c'era anche una persona che non frequenta il Caetani. Peccato per quello che abbiamo trovato nella scuola».
Cosa?
«In poche ore avevano danneggiato le serrature, alcuni vetri, le maniche, avevano spaccato una lavagna di ardesia. Per non parlare dell'impianto di allarme: avevano strappato cavi e sensori. Ma la cosa che mi ha più ferito, è stata quella di vedere i libri gettati ovunque. Uno schiaffo alla cultura, forse il gesto più brutto che si possa vedere in una scuola».
Cosa le hanno detto i genitori?
«Alcuni sono venuti a ringraziarmi personalmente e, sinceramente, non me lo aspettavo. Ho spiegato loro che mi sono limitato a fare il mio dovere. Ma sono rimasto anche colpito dai docenti e dal personale ausiliario: in tanti si sono dati da fare per sistemare l'istituto e riparare i danni».
Cosa l'ha delusa di più?
«Sono sempre stato disponibile a parlare con i miei studenti, ma al tempo stesso ho sempre spiegato loro che ero contrario ad una occupazione. Mi hanno risposto che la decisione di occupare è stata presa in un'assemblea, alla quale hanno preso parte 60 persone, su 1000 studenti. Tutto questo è paradossale e mi ha anche ferito il fatto che stamattina (ieri, ndr) abbiamo dovuto avvisare le famiglie dei 41 alunni diversamente abili, spiegando loro che non eravamo in grado di accoglierli. Questa cosa mi ha fatto molto male».
Ritirerà la denuncia contro gli occupanti?
«Assolutamente no».

Ultimo aggiornamento: 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA