Covid Lazio, 64mila persone già vaccinate. Ecco chi ha la priorità

Sabato 9 Gennaio 2021 di Stefania Piras
Covid Lazio, 64mila persone già vaccinate. Ecco chi ha la priorità

Vaccino anti Covid: prosegue a pieno regime l’attività di vaccinazione nel Lazio e sono oltre 64 mila le dosi somministrate.

L’attività tiene conto delle dosi necessarie per i primi richiami che inizieranno a metà mese.

Su salutelazio.it il contatore giornaliero delle vaccinazioni.

Il Lazio è al sesto posto nella classifica nazionale delle vaccinazioni. La percentuale delle somministrazioni è pari al 64,5% delle dosi consegnate. Sono cioè 56.563 i vaccini iniettati su 87.730 dosi consegnate in tutto.

Chi sono i vaccinati?

Sono in tutto 20 i punti di somministrazione in tutto il Lazio in cui è possibile vaccinarsi, 13 sono a Roma; 48.865 le fiale eseguite sul personale medico e sanitario, 4.221 le fiale somministrare al personale non sanitario. E 3.487 le fiale iniettate esclusivamente a pazienti ospiti nelle Rsa. 

La campagna vaccinale della Regione Lazio infatti ha stabilito che i primi a ricevere il vaccino debbano essere gli operatori sanitari e sociosanitari  “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, perché hanno un rischio più elevato di essere esposti all'infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. E poi, perché è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario. Poi ci sono i residenti e il personale dei presidi residenziali per anziani. Questo perché un'elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. Pertanto, sia la popolazione istituzionalizzata che il personale dei presidi residenziali per anziani devono essere considerati ad elevata priorità per la vaccinazione. Infine, sono da vaccinafre subito le persone di età avanzata. «Un programma vaccinale basato sull'età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale», viene spiegato. È anche evidente che un programma basato sull'età aumenta la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, considerato che la prevalenza di comorbidità aumenta con l'età. Pertanto, fintanto che un vaccino disponibile sia sicuro e efficace nelle persone di età avanzata, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per la vaccinazione. 

Chi viaggia in corsia preferenziale per essere vaccinato?

L'adesione è libera e volontaria. Con l'aumento delle dosi di vaccino si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazioni, fra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali come gli insegnanti ed il personale scolastico, le forze dell'ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità. La Regione Lazio dispone di un sistema di stratificazione sviluppato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale in grado di classificare e stratificare la popolazione sia sulla base della presenza di patologie croniche che sulla base del rischio di complicanze e mortalità dell’infezione da SARS-CoV-2. Questi criteri definiscono 65 diverse patologie croniche, definite ricercando le prestazioni “proxy di patologia” nei principali Sistemi Informativi Sanitari “correnti” (Ospedaliero, Ambulatoriale, Farmaceutico, Emergenza, Esenzioni, Anagrafe Regionale degli Assistiti), diversi livelli di posizione socioeconomica e diverse fasce di rischio specifiche per gruppi di età.

Mentre al di sopra dei 70 anni la proporzione di persone con almeno una patologia cronica è superiore all’80%, al di sotto dei 65 anni solo il 22% risulta avere almeno una condizione cronica con percentuali che decrescono al diminuire dell’età. Sappiamo anche la distribuzione per età delle patologie specifiche a cui è associato un maggior rischio di mortalità e ospedalizzazione per COVID-19. Sono stati quindi definiti i criteri per orientare le successive fasi di priorizzazione in altre fasce d’età.

Ultimo aggiornamento: 19:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA