Hanno coperto uno dei cartelli di insulti contro le forze dell'ordine, sostituendolo con un altro che è una esplicita provocazione verso polizia e carabinieri. Per nulla preoccupati dalle polemiche sollevate da quegli slogan - sul tema è intervenuta anche la leader di FdI, Giorgia Meloni - gli studenti che da anni hanno preso possesso dell'Aula professori a Scienze Politiche, all'interno della Sapienza, non ci stanno e rivendicano il diritto di continuare ad occupare quello spazio. Non solo: l'altro giorno, hanno denunciato un tentativo di "chiusura", che trova solo parzialmente un riscontro nell'ufficio stampa del Rettorato. «Stamattina gli studenti e le studentesse di Scienze Politiche si sono trovati di fronte all’aula professori chiusa - hanno sostenuto sui social - Decine di persone che ogni giorno si ritrovano in aula professori per studiare sono rimaste fuori, in corridoio. L’ “ordine” di chiusura pare sia arrivato dal commissariato della Sapienza che ha preventivamente interdetto l’accesso all’aula in attesa di non precisati chiarimenti. In poco tempo, grazie alla mobilitazione degli studenti e delle studentesse, l’aula è stata riaperta».
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In realtà, nessun ordine è partito dal commissariato di polizia: La Sapienza, piuttosto, ha ritardato l'apertura dell'Aula - spiega l'ufficio stampa del Rettorato - "per alcune verifiche". Nessun commento, invece, sugli insulti apparsi sulle pareti (dove spicca ancora un "merde", rivolto alla polizia). «Parlo da studente e penso che quell'aula debba essere restituita a chi ha bisogno di spazi in cui studiare - dice Domiziano Salvati, responsabile di Azione Universitaria per La Sapienza - Chi la pensa diversamente da chi l'ha occupata, lì non può avere accesso e io penso che questa situazione non possa essere tollerata nel nostro ateneo».
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«Che schifo! Nella facoltà di Scienze Politiche della Sapienza - aveva scritto nei giorni scorsi Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia - in uno spazio occupato ormai da anni dai collettivi di sinistra, spuntano frasi e adesivi contro le Forze dell'Ordine. E' assurdo che questi spazi pubblici rimangano nelle mani dei soliti figli di papà. Le autorità accademiche rimuovano subito quelle scritte ingiuriose contro le nostre donne e uomini in divisa e restituiscano subito quello spazio agli studenti. Basta zone franche all'interno delle nostre università».
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