Roma, si rifiuta di chiudere occhi durante interrogazione a distanza: la prof gli mette 3

Sabato 6 Giugno 2020 di Camilla Mozzetti
Roma, si rifiuta di chiudere occhi durante interrogazione a distanza: la prof gli mette 3

«Che cos'è il Rubicone? Chiudi gli occhi per piacere e rispondi». «No professoressa, gli occhi non li chiudo, mi sento preparata». Non soddisfatta l'insegnante ha insistito: «Se non li chiudi vorrà dire che prenderai il voto che meriti» e sul registro elettronico Margherita - la chiameremo così - una studentessa minorenne iscritta al primo anno di un liceo Scientifico di Roma Nord si è vista mettere un 3 senza commento da parte del docente.

La sua colpa non è stata quella di non rispondere alle domande nel corso dell'interrogazione a distanza di Storia lo scorso 29 maggio ma di essersi opposta a quella richiesta del docente che, in videochat a distanza, pur potendo vedere la ragazza ha preteso che la giovane chiudesse gli occhi e rispondesse così alle domande forse per assicurarsi che nessuno le potesse suggerire le risposte e che lei non potesse sbirciare con lo sguardo eventuali appunti. 

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La docente prima di annotare il voto sul registro elettronico senza tuttavia che la giovane fosse valutata per la sua preparazione ha specificato che «Tutti fanno così, chiudono gli occhi e quindi lo devi fare anche tu». A denunciare l'episodio è la mamma di Margherita che scrivendo alla preside della scuola per chiedere chiarimenti all'episodio attende ancora una risposta. «Mia figlia - spiega la donna, anche lei docente - non è stata valutata per la sua preparazione ma per il comportamento: per essersi opposta a una richiesta che trovo molto discutibile». La signora si è anche rivolta a un avvocato e intende andare a fondo della vicenda «perché nonostante la didattica a distanza non è previsto da nessun protocollo ministeriale - commenta - che le interrogazioni debbano svolgersi in questo modo».

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Anche il legale, l'avvocato Alessandro Corsi, che si riserva di presentare querela contro il docente se la scuola non prenderà provvedimenti e di presentare ricorso qualora il voto dovesse incidere poi sullo scrutinio finale di Margherita, mantiene il punto: «Si tratta di un abuso non giustificato, non ci sono disposizioni del Miur che prevedono interrogazioni ad occhi chiusi e bisogna considerare, inoltre, che il voto è stato dato non alla preparazione della ragazza ma al suo comportamento che non era ovviamente oggetto di giudizio. E' stato un gesto estremamente violento, coercitivo nei confronti di una minore, nei confronti del quale ci riserviamo di seguire tutte le strade possibili a nostra disposizione».

LA REPLICA DELLA PROFESSORESSA

La docente in questione tiene a dare la sua versione dei fatti: «Ricordo di aver interrogato una mia studentessa e, trattandosi di interrogazione programmata, le ho chiesto di chiudere gli occhi, al fine di evitare la consultazione di testi o altri strumenti atti a suggerire la risposta. D’altra parte, il metodo della video lezione va naturalmente incontro a tali inconvenienti (possibili aiuti esterni non visibili, peraltro non consentiti nelle lezioni in presenza), come tutti i miei colleghi hanno potuto constatare in questi mesi di emergenza».

L'insegnante aggiunge ancora che «la richiesta di chiudere gli occhi non era un obbligo né tanto meno una coercizione, ma lasciava libera la ragazza di aderirvi o meno. Nel caso in questione, infatti, la ragazza ha
preferito procedere tenendo gli occhi aperti ed in tale modalità l’interrogazione è stata condotta».

A quel punto sono state poste alla giovane due domande: «La rivolta di Spartaco e gli accostamenti con la rivolta di Sertorio - prosegue la professoressa di Storia - ma il risultato è stata la classica “scena muta”». Ed è a fronte di ciò che è poi maturato quel 3 sul registro elettronico, assegnato per «l'esito dell'interrogazione» e non perchè Margherita si sia rifiutata di chiudere gli occhi. «Respingo nel modo più assoluto, quindi, la falsa accusa avanzata dai genitori della ragazza - conclude la professoressa - secondo la quale avrei giudicato l’interrogazione non sulla base della prova, ma del rifiuto di procedere ad occhi chiusi. Si tratta di un’affermazione molto grave e certamente lesiva della mia immagine che, ove necessario, non esiterò a tutelare».
 

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 13:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA