Le aree verdi nel quadrante est della Capitale, i boschi sulle colline dei Castelli romani e la pineta di Castel Fusano, il polmone verde del litorale. Sono queste le zone più sorvegliate dagli uomini del gruppo Forestale dei carabinieri con il supporto dei volontari della protezione Civile. L’allerta incendi è infatti altissima: dallo scorso maggio sono stati 32 i grandi focolai che si sono accesi a più riprese. Un’emergenza che ha toccato il picco negli ultimi dieci giorni con 600 incendi divampati in diverse aree del Lazio. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha firmato ieri la dichiarazione dello stato calamità naturale sull’intero territorio regionale per la grave recrudescenza degli incendi di questi ultimi giorni, fino al 30 settembre.
Incendi, la mappa dei roghi
Quello divampato nella notte di giovedì che ha bruciato in una manciata di ore oltre 20 ettari di terreno, è solo l’ultimo.
I controlli
«Si tratta di incendi dolosi su cui sono in corso indagini approfondite», precisano i militare del corpo Forestale. Mentre sono stati attivati tutti i sistemi di sicurezza. A partire proprio dalla pineta dove è stato avviato un progetto sperimentale con droni, satelliti, sensori anti incendio e intelligenza artificiale per sorvegliare l’area protetta che si estende per circa mille ettari. Non solo: sono stati organizzati controlli a tappeto lungo il perimetro dei Monti Prenestini. Uomini in borghese sorvegliano gli ingressi dei sentieri mentre lungo le consolari sono state posizione le auto dei militari pronte a intervenire. Un monitoraggio costante che si allarga alle zone più ad alto rischio. «Gli ultimi incendi di Tivoli e Fara in Sabina – commenta la protezione Civile - sono solo la punta dell’iceberg di un’emergenza che, complice il grande caldo, non accenna ad attenuarsi. La parte meridionale della regione Lazio è quotidianamente assediata da decine di incendi ogni giorno».
Rieti, incendio colposo: denunciata una ottantenne "incauta"