Roma, il Comune a caccia di 300 milioni di euro non pagati di Imu, Tasi e Tari

Lunedì 7 Settembre 2020 di Stefania Piras
Roma, il Comune a caccia di 300 milioni di euro non pagati di Imu, Tasi e Tari

In un anno scoperti, e sanzionati, evasori di Imu, Tasi e Tari a Roma per un totale di 300 milioni di euro. Sono solo soldi chiesti ai contribuenti che non hanno saldato il loro debito, ma stavolta nel bollettini, Aequa Roma ci ha caricato anche le sanzioni del 200%. Il recupero di quelle somme è un discorso a parte, ma la novità è che una società del Campidoglio ora si occupa di accertare e riscuotere.

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Un anno e mezzo fa  il Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale ha affidato alla partecipata un compito importantissimo per le casse capitoline. Precisamente il 19 marzo 2019, sono state trasferite ad Aequa Roma tutto il capitolo delle entrate da contravvenzioni, le sanzioni del Codice della Strada per gli ausiliari del traffico e per il contenzioso davanti al Giudice di Pace con un contratto che scade il 31 dicembre 2020. Cosa ha fatto in questo anno e mezzo la società? Ha cercato di recuperare tutte le tasse non pagate, anche l'odiosa tassa sui rifiuti da corrispondere nonostante il marciapiede e il  cassonetto sotto casa siano una discarica, e le multe; lo scorso 17 luglio l’Assemblea dei Soci ha approvato il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2019 da cui emergono oltre 300 milioni di euro richiesti tra tasse e sanzioni relative a Imu, Tasi e Tari.  
Dai lunedì 31 agosto, oltre alla sede di Via degli Argonauti a Ostiense sono tornati operativi anche gli sportelli della società nelle sedi distaccate di San Basilio e Tor Bella Monaca. Da ottobre inoltre sarà aperimentata un'applicazione per fare la fila da remoto e sapere quando recarsi esattamente allo sportello.

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In particolare, si legge che per quanto riguarda l'accertamento IMU/TASI/TARI, il valore a sanzione piena degli atti IMU/Tasi inviati sono pari a 300.006.613,00 euro e che il valore a sanzione piena dei soli atti Tari inviati sfiora i 153 milioni di euro mentre per la gestione delle entrate decentrate (affissione pubblicità o pagamento della Cosap) l’importo richiesto è di  28 milioni e mezzo circa.

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