Alla fine è arrivata la diffida del Mibac, che attraverso una lettera della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma ha chiesto di intervenire urgentemente per sanare la «situazione di grave degrado, abbandono e pericolo».
Si tratta di una struttura alla quale i cittadini sono affezionati, tanto che il Casale, spinto dai loro voti, si è piazzato al primo posto nel Lazio e al ventisettesimo in Italia nell’ultima campagna del Fai “Luoghi del cuore” (l’anno scorso fu anche la location del Cinema America). Già nel 2014 il Campidoglio, che dal 2001 possiede l’immobile, aveva provato a intervenire, ma i lavori, considerati di somma urgenza, non partirono perché la delibera con il progetto definitivo degli interventi non arrivò mai in giunta, stoppata dalla Ragioneria. L’attuale amministrazione ha ripreso in mano la questione ma sembra non riuscirne a venirne a capo. Come emerso durante le sedute di commissione dedicate al casale, nessuno sa quale dipartimento debba farsi carico dei lavori straordinari e nessuno dà risposte.
La richiesta di chiarimento avanzata dalla commissione Cultura al vice direttore generale per l’Area tematica Servizi al Territorio è rimasta inevasa, come riferito dalla presidente Eleonora Guadagno al colleghi durante la riunione del 15 aprile. Proprio in quell’occasione, presenti la gran parte dei rappresentanti dei dipartimenti interessati, è emersa tutta la confusione amministrativa che sta bloccando il recupero del bene storico, tanto da provocare lo sfogo della vicepresidente della commissione, la consigliera M5s Carola Penna, che ha accusato gli uffici di «scaricarsi a vicenda le competenze» e di essere di ostacolo alla soluzione di diverse problematiche della città. Nessun ufficio infatti sembra voler occuparsi dell’intervento. Il dipartimento Patrimonio, che dispone attualmente del bene, ricevuta la diffida del Mibac, ha investito della questione la Sovrintendenza capitolina, il Simu e l’ufficio tecnico del Municipio IV. Per il Simu la competenza delle manutenzione, anche straordinarie, spetta ai municipi, talvolta alla Sovrintendenza, che invece obietta che il casale non le è mai stato affidato. Il dipartimento Ambiente da parte sua ha fatto presente di non essere attrezzato per questo tipo di intervento.