Covid, guariti ma senza Green pass: nel Lazio la beffa dei certificati che «arrivano in ritardo»

Problemi informatici per il database nazionale che sblocca la carta verde

Martedì 8 Febbraio 2022 di Francesco Pacifico
Covid, guariti ma senza Green pass: nel Lazio la beffa dei certificati che «arrivano in ritardo»

Sconfitta la malattia, molti pazienti di Covid sono costretti a “soccombere” di fronte alla burocrazia. Sono decine di migliaia nel Lazio i guariti, cioè quelli che si sono negativizzati, che devono aspettare giorni prima di vedersi riattivato il proprio Green pass. Una situazione paradossale, che finisce per avere forti ripercussioni sulla vita di ogni giorno e che si traduce in troppe difficoltà per rientrare a lavoro o a scuola, salire su un mezzo pubblico (bus o treno a lunga percorrenza che sia), andare al ristorante o consumare un caffè al bancone di un bar. E tutto per un intoppo di natura burocratica: in una città come Roma, per esempio, dove ormai le persone guarite sono il doppio di quelle contagiate, i sistemi informatici fanno fatica a gestire tutte le pratiche.

Con i ritardi del caso, che però rendono impossibile il ritorno alla normalità, costringendo (di fatto) chi è incappato in queste vicende in un ingiustificato isolamento.

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LO CHOC
Racconta al riguardo Marcello: «Mi sono ammalato di Covid circa due settimane fa, fortunatamente sono stato asintomatico per tutto il periodo della malattia. Passati i dieci giorni necessari per sottopormi al tampone di controllo (ora sono scesi a 5, ndr), sono risultato negativo all’antigenico fatto dal medico di base. Pensavo di esserne uscito, ma quando sono tornato a lavoro 24 ore dopo, alla portineria del mio ufficio, controllandomi il Green pass, mi è stato detto che la mia certificazione non era valida. Mi è cascato il mondo addosso, perché ero convinto che era sufficiente la comunicazione del mio dottore. Invece soltanto tre giorni dopo mi è arrivata la comunicazione che il mio Pass era di nuovo valido».

La riattivazione del Green pass è spesso una lotteria. Tecnicamente il documento viene sospeso, quando è conclamata la positività. E sempre stando alle procedure, dovrebbe essere riattivato quando il database nazionale Ts (Tessera sanitaria) gestito a livello governativo riceve la comunicazione del medico di base o del drive in, dove è stato fatto il tampone che ha dato esito negativo. Invece le cose, spesso, vanno diversamente. Racconta un dottore: «Il caos si amplia, quando il paziente fa l’antigenico in farmacia: con risultato negativo il sistema, automaticamente, genera un Green pass provvisorio non rafforzato che dura solo 48 ore. Intanto lo stesso paziente deve venire da me o andare in un drive in per il test che attesterà la fine della sua malattia. Noi lo trasmettiamo di solito al sistema regionale, che a sua volta gira il risultato alla piattaforma nazionale. La quale, però, con il picco dei contagi di Omicron, è subissata di richieste e va in tilt. Con il risultato che una lavorazione che dovrebbe essere fatta in tempo reale, slitta di qualche giorno».

In tempi non sospetti alcune Regioni come la Toscana avevano chiesto al governo di non sospendere i Green pass, proprio per gli intoppi di natura tecnica legati alla sua riattivazione. Anche l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, aveva anche sottolineato i rischi su questo versante. Il quale non soltanto conferma i disagi, ma spiega: «Noi come Regione possiamo fare poco, perché il Green pass viene erogato a livello nazionale. Abbiamo segnalato al ministero della Salute questo problema. Ma capita disguidi anche nel caso opposto, cioè quando ci si ammala. Io, per esempio, ho scoperto di essere positivo al Covid facendo il test verso le 14, ma soltanto alle 21 della stessa giornata ho ricevuto dal ministero la comunicazione che la mia certificazione veniva sospesa. Capisco i disagi e so che sono dei ritardi che non dovrebbero verificarsi. Ma con la pandemia, e centinaia di migliaia di pratiche al giorno da lavorare, i sistemi informatici non possono non risentirne».
 

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA