Caos Servizio giardini: da Prati al Salario i cimiteri degli alberi

Sabato 13 Luglio 2019 di Laura Bogliolo
Caos Servizio giardini: da Prati al Salario i cimiteri degli alberi

Dicono che i libri sono un mondo e chi non viaggia legge solo una pagina. Anche Roma dopotutto è un mondo vista la grandezza e se si prova a visitarla, si continua a leggere sempre la stessa storia: una disavventura dove il tasso di degrado è così ampio che può diventare un problema di sicurezza. In Abruzzo gli alberi caduti per l'eccezionale ondata di maltempo l'altro giorno sono stati portati via in 24 ore. A Roma invece molte strade sono ancora invase non solo dai cosiddetti pollai arancioni tirati su per fare la guardia a buche e a gattini morti (è accaduto in via Lanciani tempo fa), ma anche da resti di alberi crollati o di potature.

«Dovrebbero essere raccolti dal Servizio giardini, ma in tutta Roma ci sono solo due macchinari con il ragno - dice Rino Fabiano, assessore all'Ambiente del II Municipio - lo denunciamo dai tempi della Montanari...». Tre assessori fa, quindi.

Viaggiamo attraverso il mondo Roma che contiene tante città. In Centro ci sono 180mila abitanti come Reggio Calabria, nel VI Municipio (da Torre Spaccata a La Rustica) 250mila come Verona. Ecco viale Mazzini. Era il 25 febbraio, un pino alto oltre 20 metri precipitò, distrusse una Fiat Panda e ferì due persone. Sulla corteccia c'era il segno di una X il simbolo degli agronomi del Campidoglio che indica abbattimento necessario. Quell'albero però non fu abbattuto e crollò. Oggi tronchi e rami dei pini vicini tagliati per motivi di sicurezza cinque mesi fa, sono ancora a terra.

I PERICOLI
«Gentili residenti, i rami giacenti da mesi li abbiamo rimossi noi, comitato Amo quartiere Trieste». È scritto su un foglio attaccato a un pino tagliato a Corso Trieste. Il viale è un cimitero di piante e ramaglie. La strada era stata segnalata più volte dal II Municipio per la «pericolosità di quasi tutti gli alberi non potati».

Ancora qualche chilometro si arriva nel Villaggio Olimpico dove ci sono ancora tracce della devastazione, decine di piante cadute e rami a terra. Fu strage il 29 ottobre dello scorso anno, quando a Roma per la prima volta le scuole chiusero per vento.

«La pianta a terra in via Norvegia è caduta durante la nevicata del febbraio del 2018, i rami sono ormai secchi dice Roberto Macarella del comitato di quartiere Villaggio Olimpico la zona è abbandonata, fortunatamente ci sono l'attivismo delle associazioni di quartiere e la generosità bontà di qualche privato che tenta di ripulire».
In periferia a Casal Bertone, «da settimane giace un alberello in via Pollio, vicino alla scuola Randaccio» dice Dario Antonini del comitato di quartiere che ancora affoga nei rifiuti. Passiamo alla nuovissima, e non ancora completata pista ciclabile di via Nomentana. Il cimitero delle ramaglie anche qui è avvolto dalle strisce gialle dei vigili. «Nastri - diceva ieri un ciclista - pericolosissimi per noi che andiamo in bicicletta, possono incastrarsi nei raggi delle ruote». Ormai, il caso rami non rimossi non è più solo una questione di decoro o lassismo, ma anche di sicurezza. Nonostante i pericoli, Raggi il 12 giugno descriveva la ciclabile così: «Un percorso sicuro e accessibile per tutti coloro che amano la bicicletta».
 

Ultimo aggiornamento: 08:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA