Quando è stato ascoltato dagli uomini della Polaria, che lo hanno rintracciato dopo la denuncia presentata dal pensionato colpito con un pugno lui, Stefano Miconi, 58 anni il tassista violento, già noto tra i suoi colleghi per le intemperanze mostrate in altre occasioni non si è scomposto più di tanto. «Lui aveva preso a cazzotti la mia auto», ha riferito agli inquirenti Miconi, che lavora da 10 anni per la coop la Nuova Preneste.
Fiumicino, il cliente preso a pugni è un ex tassista: «Voglio andare fino in fondo»
In realtà la vittima si era limitata a bussare sul vetro, dopo che era stato rifiutato come passeggero.
«A me - è il racconto di Stefano - erano sembrati dei colpi, anche abbastanza forti. Comunque ho perso la testa e chiedo scusa. Ora temo di perdere tutto, ho sbagliato. Quell'uomo mi insultava e mi dava del ladro».
È un buon motivo per stendere con un pugno una persona?
«Non ci ho visto più, ho perso il lume della ragione. Non mi era mai capitato prima. Sono pronto a prendermi le mie responsabilità. È stata una reazione d'istinto, non calcolata».
Ma perché non ha provato neppure a soccorrerlo?
«Ripeto, è accaduto tutto in fretta. Ho fatto salire un altro cliente, ho sentito un uomo che bussava sui vetri del mio taxi, sono sceso e ho visto la carrozzeria dell'auto rovinata».
Circostanza che non risulta nel rapporto della Polaria.
«Invece ha insistito il tassista 58enne, anche se la sua versione è stata smentita dal video delle telecamere è andata così. Quando ho visto la macchina rovinata ho perso la testa...».
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