«Sembra il bombardamento del 43.
LA TELEFONATA
Non smette di ringraziare tutti il pensionato, ex dipendente pubblico, che rientra materialmente in possesso dopo ben 25 giorni della sua casa, «quella in cui entrai con i miei genitori negli anni 50 e che poi io riscattai dall'ente», spiega. Sotto i riflettori delle tv che hanno ripreso l'evento in diretta ricorda anche la telefonata ricevuta nella mattinata dal neo-sindaco Roberto Gualtieri, «mi sono commosso, abbiamo fatto una lunga chiacchierata, mi è sembrato una persona perbene - racconta - ha detto che mi aiuterà attraverso gli assessori». A testimoniarlo ci sono gli assessori alle Politiche Abitative e alle Politiche sociali Tobia Zevi e Barbara Funari: «Non la abbandoneremo», giurano.
Ennio si era allontanato da casa per sottoporsi a delle visite mediche in una clinica, ospite del fratello e in quel lasso di tempo, una donna, probabilmente aiutata da due uomini, ne ha approfittato per introdursi nella sua abitazione con il figlio piccolo. «Ha cambiato la serratura, il nome sul citofono e sul campanello, ha persino fatto la voltura della luce, pensava di rimanerci per sempre e io davvero ho temuto di non potere tornare più a casa mia», racconta ancora l'anziano. Quando il 13 ottobre Ennio ha chiamato i carabinieri la risposta è stata ancora più sconvolgente: «Senza un mandato del magistrato non possiamo intervenire».
I REATI
Sembrava finita, una vicenda destinata a consumarsi in anni di cause giudiziarie, invece la sua storia esce sul giornale, il caso diventa nazionale. La Procura si mette in moto subito, interviene anche la Prefettura. E per i tempi della burocrazia italiana, in appena 25 giorni che pure sono tantissimi senza più una casa, il pensionato torna in possesso del suo appartamento. E la donna e chi l'ha aiutata a occupare? «Liberi, hanno anche detto che lo rifarebbero, una cosa assurda, che fa una grande rabbia. E a me tocca pagare anche il fabbro», dice Ennio. Si guarda intorno ancora un po', poi si siede. Il suo cuore è debole, lo stato di salute precario. Olivieri si sincera delle sue condizioni, lo fa accomodare su una poltrona. Nella cucina non si respira, l'odore degli escrementi lasciati sul pavimento è nauseabondo. «Dovrò fare disinfettare tutto come prima cosa», aggiunge Ennio. In un negozio di viale Giulio Agricola hanno organizzato una raccolta fondi per aiutarlo a risistemare la casa vandalizzata dalla rom. Intanto, l'avvocato Olivieri incalza: «Violazione di domicilio, danneggiamento, furto in abitazione, contesteremo anche questi altri reati. La battaglia non è finita».