Elena Aubry, la commemorazione a due anni dalla morte. La mamma: «Ridatemi le sue ceneri»

Mercoledì 6 Maggio 2020
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(Video di Paolo Pirrocco/Ag.toiati)

«Un gesto ignobile, ma se rubando le sue ceneri qualcuno pensa di portare via Elena, si sbaglia di grosso. Elena non è in un vaso, nè lì c'è l'amore che tante persone provano ancora per lei». Lo dice ad «Agenzia Nova» Graziella Viviano, madre di Elena Aubry, la 26enne di Roma morta esattamente due anni fa sull'Ostiense, a causa dell'asfalto disconnesso che le fece perdere il controllo della moto. Alla riapertura del Verano dopo il periodo delle restrizioni da coronavirus, «ieri sono andata a portarle dei fiori -dice ancora la donna- e il 'fornettò era vuoto. Il vaso con le sue ceneri era sigillato in uno spazio al piano più alto della struttura. Mi piaceva saperla lì perchè, in quanto motociclista, ad Elena piaceva la luce e il vento tra i capelli. La struttura in muratura non c'era più, neanche i detriti. Dover riportare a casa i fiori che avevi portato sulla tomba di tua figlia è disumano».

Roma, rubate le ceneri di Elena Aubry, la mamma: «Non so più dove mettere un fiore»

Graziella Viviano, quindi, dopo essersi consultata con i custodi nella speranza vana di una spostamento dei resti, non ha potuto far altro che denunciare l'accaduto, insieme al responsabile del cimitero, ai carabinieri, che stanno indagando per il reato di sottrazione di cadavere. «Non ho idea di chi possa essere stato; del motivo per il quale lo ha fatto e neanche so quando è stato fatto dato che il cimitero è rimasto chiuso per quasi due mesi. Ciò che so con certezza è che Elena non era in quel vaso che al massimo poteva contenere solo cenere e non l'amore e affetto che tutti provano ancora per lei». 

Oltre all'urna funeraria, nel «fornetto» c'era anche il quaderno dove amici e parenti avevano annotato frasi in ricordo della ragazza diventata, grazie all'impegno della madre, un simbolo per la lotta per la sicurezza stradale.

Graziella aveva dato vita all'iniziativa di cerchiare le buche o le asperità nell'asfalto per segnalarle ai motociclisti. «Se Elena si fosse accorta di quella buca sull'Ostiense -ha detto più volte la donna- non sarebbe morta». Lei stessa insieme ad un folto gruppo di motociclisti, si è fatta promotrice di una proposta di legge per sgravare dalle tasse l'acquisto di giubbotti con air-bag per centauri. «Non ho nemici, e nemmeno Elena ne aveva». Oggi sono esattamente due anni dalla morte della ragazza e per ricordarla alcuni motociclisti hanno raggiunto il punto maledetto sull'Ostiense e hanno deposto dei fiori. «Non condanno nessuno, hai fatto fesseria -dice Graziella rivolgendosi al ladro delle ceneri della figlia-, lascia una lettera anonima da qualche parte dicendo dove sono le ceneri e te ne esci bene permettendo ad Elena di tornare a casa». 

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