La morte del “Diablo” e il mancato funerale di ieri fanno salire alle stelle il livello d’allerta per il derby della Capitale. Che quest’anno si gioca nella seconda giornata di campionato: Lazio – Roma, appuntamento all’Olimpico alle 18, domenica primo settembre. Ovvero tra meno di un mese. Stracittadina che rischia di giocarsi con la salma di “Diabolik” ancora custodita nelle celle frigorifere dell’obitorio di Tor Vergata e, immancabile, sarà l’omaggio misto a rabbia in pieno stile ultras delle tifoserie. Anche quella giallorossa che già per voce dei Fedayn si è fatta sentire: «Nel cielo biancazzurro brilla un’altra stella. Ciao Fabri’», lo striscione esposto in occasione dell’amichevole con il Real Madrid.
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Se ieri i blindati schierati dalla Questura sono rimasti con i motori spenti a vegliare un funerale che non c’è stato, in una Roma quasi surreale, in un’alba senza traffico, senza tifosi che abbiano tentato di oltrepassare lo sbarramento degli agenti e senza disordini, la paura è che scontri e violenza siano solo rimandati. Che il braccio di ferro in atto tra Questura e famiglia, e che anche ieri non ha visto ancora una soluzione, esasperi gli animi, carichi la tensione e fomenti l’odio. Il timore è che dopo gli anni bui delle barriere in Curva e gli scioperi dei tifosi, si apra una nuova stagione di scontri e veleni. «Se con gli Irriducibili, con i tifosi laziali in genere, abbiamo un buon rapporto – diceva ieri Angela Piscitelli, la sorella del capo ultras morto ammazzato – e sappiamo che intendono rispettare il nostro sentimento di dolore e le nostre volontà fino in fondo, non possiamo davvero rispondere di schegge impazzite. Per questo invitiamo il Questore a una riflessione ancora più ampia».
Ieri pomeriggio l’incontro in Questura è durato oltre un paio d’ore.