Concessi i domiciliari al presunto mandante dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik.
LA RABBIA
Lo spirito ribelle di Leandro non si sarebbe placato nemmeno dietro le sbarre: con altri 8 detenuti, nel marzo 2020, aizzò una rivolta a Rebibbia. La notizia della sua scarcerazione sorprende i familiari di Piscitelli. «Il lavoro incessante degli inquirenti rischia di essere vanificato - dice Maria Assunta, la madre di Fabrizio - da quel che ho potuto leggere dai giornali il nome di Bennato non è nuovo tra i criminali di spicco, protagonista di una evasione e di una latitanza; ancor prima come cittadina penso che, o le notizie riportate sono menzogne, o in questa città si può fare tutto e basta capitare nell’aula giusta di un tribunale per farla franca, mentre noi finiremo per abituarci alla “normalità” di spari in pieno giorno. Credo sia lecito chiedersi come fa un giudice di buona coscienza a dare i domiciliari a un soggetto che presumibilmente dovrà rispondere anche di omicidio. Forse il male assoluto era solo Fabrizio?». Che Piscitelli sia stato ucciso solo per aver dato dell’infame a qualcuno, è una tesi che non la persuade: «Se così fosse allora Fabrizio non sarebbe quel personaggio coinvolto in tanto malaffare come tratteggiato». E forse non convince neppure gli investigatori che non hanno mai smesso di indagare. Manca all’appello chi ha teso la trappola nel parco, chi ha accompagnato Calderon e bisogna capire se la morte di Diabolik sia stata sentenziata da ranghi più alti, della Camorra e/o della ‘ndrangheta.