Diabolik, nelle carte il piano di Piscitelli: cercare un appoggio tra i legali

Domenica 16 Febbraio 2020 di Valentina Errante
Diabolik, nelle carte il piano di Piscitelli: cercare un appoggio tra i legali

Sosteneva Fabrizio Piscitelli di averne parlato anche con Angelo Staniscia. Il dominus dello studio legale dove Lucia Gargano, finita venerdì ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, era cresciuta professionalmente fino a stringere rapporti extra mandato con i clienti più importanti, da Spada a Casamonica allo stesso Diabolik, secondo l’ultrà laziale sarebbe stato interessato della mediazione tra i clan. Così afferma Piscitelli nelle intercettazioni. Angelo Staniscia, secondo le parole di Diabolik, sarebbe stato sollecitato a parlare con Ottavio Spada per convincerlo che una tregua, nella guerra scoppiata a Ostia tra il suo clan, indebolito dagli arresti, e quello emergente di Marco Esposito, sarebbe stata utile a tutti. “Il matto”, così Piscitelli chiama l’avvocato e allo stesso modo lo indica Lucia Gargano nelle intercettazioni. Non ci sono, però, riscontri sul fatto che Staniscia abbia dato seguito a quell’invito. Ma l’ordinanza che ha portato ai domiciliari l’avvocatessa sembra un frammento di un’indagine assai più ampia: mancano dei pezzi nelle contestazioni, a cominciare dal telefono che la Gargano consegna a un cliente ai domiciliari, che riesce poi a mettersi così in contatto con ambienti criminali. 

LEGGI ANCHE --> Diabolik, il "francese" faceva la spia: così Piscitelli lo scoprì
Diabolik, chi è l'avvocatessa arrestata: Lucia Gargano, tra selfie e visite ai boss detenuti

Il 13 dicembre 2017, al ristorante Oliveto di Grottaferrata, all’incontro organizzato per parlare di un carico di droga e della pace tra i clan, Lucia Gargano era attesa. «L’avvocato? Deve ancora arrivare?», chiede Piscitelli. Da lì a breve la giovane donna raggiunge gli altri commensali. A tavola siedono Salvatore Casamonica, Diabolik, il “francese”, che si rivelerà essere un agente infiltrato della Finanza, e poco dopo anche Dori Petoku, leader del gruppo di albanesi che hanno investito nel traffico di droga sul litorale. Diabolik introduce la Gargano ai presenti: «È il nostro avvocato di fiducia». La missione di Gargano è andare in carcere e chiedere il placet di Ottavio Spada per siglare la tregua. Annotano i finanzieri: «Piscitelli affermava di aver già comunicato “al matto” che questa cosa qui di Ostia è “importante” e che lui (Piscitelli) e Salvatore (Casamonica) si stavano esponendo». L’avvocatessa annuisce e Diabolik torna a parlare di Staniscia: «Il matto parlasse con Ottavio perché questo Ottavio che ci sta in mezzo, se volete noi possiamo mettere di tutto e fate la pace... però deve essere la pace». 

«Mo’ riarresteranno pure il mio Diabolik», commentava Lucia Gargano nel novembre 2018. In carcere era appena finito Barboncino e il fatto che Piscitelli, ritenuto responsabile di una cessione di droga da 40mila euro, non fosse stato arrestato, le faceva capire che l’inchiesta dovesse essere più ampia. Annotano i militari del Gico: «Lucia Gargano riferiva a Piscitelli di essersi procurata l’intera informativa con le “intercettazioni integrali” e che c’era “qualcosa in più”, ma “le frasi più importanti erano quelle”, diceva. Su sollecitazione di Piscitelli, comunque, avrebbe riletto tutto per controllare meglio il contenuto». 

È novembre 2018, quando Lucia Gargano, si legge nell’ordinanza, «si è prodigata per consegnare personalmente un telefono ad Alessio Lori, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari presso il centro di solidarietà Don Guerrino Rota di Spoleto, incontrandolo fuori dalla comunità e ricevendo della documentazione da consegnare a terze persone, tra cui Mimoza Zogu, sorella di Arben Zogu».

L’avvocatessa, annota ancora il gip, «ha provveduto anche ad effettuare le ricariche telefoniche richieste da Lori che nelle settimane seguenti è così riuscito a intrattenere rapporti con soggetti inseriti in contesti criminali, in particolare, tramite la sorella Mimoza, con Arben Zogu». Fatti non contestati all’avvocatessa che inducono a pensare che l’inchiesta dei pm Ilaria Calò, Giovanni Musarò e Mario Palazzi avrà presto nuovi sviluppi. 
 

 

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA