«La tutela della salute viene prima di tutto. Non possiamo vanificare gli sforzi che abbiamo fatto con una riapertura generalizzata di bar e ristoranti». Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità del Lazio, fa capire quale sia l’orientamento della Regione difronte alla discussione che si è appena aperta a livello nazionale. La domanda è: che succede il 3 dicembre, quando scade il dpcm che ha spacchettato l’Italia in zone rosse, arancioni e gialle? Governo e Regioni discutono della possibilità di riaprire i locali anche dopo le 18, tra due settimane.
Ma la linea dell’assessore alla Salute di Zingaretti è chiara: fino a Natale e per l’inizio del 2021 «è complicato che si possano allentare gli attuali divieti».
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Semmai è il contrario: potrebbero essere inaspriti se la situazione peggiorasse.
RISCHIO PROTESTE
«Dopo il 3 dicembre faremo naturalmente una valutazione sulla situazione che si verrà a creare, procederemo per step, ma è difficile che ci possano essere passi indietro e riaperture generalizzate». D’Amato non ha paura delle proteste che verosimilmente si leveranno da un segmento importante del mondo produttivo, a partire dai ristoratori. «Quando si tratta di difendere la salute di romani e laziali - dice - sono un bulldog».
I RICOVERI
I dati di ieri, si diceva, confermano che la curva dell’epidemia nel Lazio non solo si è appiattita ma forse inizia, timidamente, a flettere. Nelle ultime 24 ore i tamponi sono aumentati (27mila), ma i positivi sono in calo: ieri sono stati registrati 2.697 casi, 169 in meno rispetto a mercoledì. È presto per capire se il trend proseguirà stabilmente nelle prossime due settimane, ma l’indice Rt, che descrive il tasso di contagiosità del coronavirus, è tornato sotto quota 1. Cresce ancora però il numero dei ricoveri (+47) e altre 11 persone ieri hanno avuto bisogno della rianimazione.
«Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva - spiega l’Unità di Crisi Covid del Lazio - è al 32% e quello di area medica per pazienti Covid al 49%». Anche questi numeri suggeriscono prudenza, dicono alla Pisana, perché appunto la curva epidemiologica impiega molti giorni per abbassarsi, ma se il tracciamento è fuori controllo e produce una crescita esponenziale, i casi possono moltiplicarsi molto velocemente. Ecco perché, conclude l’assessore alla Sanità D’Amato, «serve ancora tempo. Non bisogna abbassare la guardia».