Roma, caos ospedali: richiamati i rianimatori in pensione

Venerdì 23 Ottobre 2020 di Flaminia Savelli
Roma, caos ospedali: richiamati i rianimatori in pensione

Un bando per richiamare i medici in pensione da schierare in campo contro l’emergenza Covid. L’annuncio arriva dalla Regione Lazio: la ricerca sarà mirata e rivolta ad anestesisti, medici del contact tracing.

Ma anche a igienisti e pneumologi. Nel momento più critico della seconda ondata, con il numero dei malati che continua a crescere e la curva a salire, il primo allarme è scattato mercoledì. Dalla stima regionale infatti, mancano 176 medici proprio nei reparti essenziali della terapia intensiva: «È quasi impossibile trovarli» aveva segnalato Alessio D’Amato, assessore alla Sanità. Dopo aver spedito una lettera al Ministero, per far capire quale è il «fabbisogno» di rianimatori. Con la preoccupazione nello specifico, per le terapie intensive che rischiano di ritrovarsi sguarnite. Ecco perché la Pisana si sta attivando per accelerare anche la procedura di “reclutamento” dei dottori in pensione: «Presto il bando - ha detto ieri D’amato - per richiamare in servizio medici volontari andati in quiescenza disponibili a rientrare».

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GLI INFERMIERI 
Nelle rete ospedaliera mancano però anche gli infermieri. Al personale sanitario sono stati già raddoppiati i turni di lavoro che arrivano anche a 12 ore di servizio. Una misura estrema in attesa delle nuove “chiamate” e delle assunzioni. «Non c’è stata nessuna organizzazione del personale sanitario in vista della seconda ondata che era stata più volte annunciata», denuncia Roberto Chierchia, segretario generale Cisl. Dall’ultimo concorso - del 2018 - ci sono 6 mila nominativi ancora da chiamare. Ma: «Alcuni, intanto hanno trovato altra sistemazione. Altri comunque non sono più disponibili». E precisa: «Al momento viene chiesto agli infermieri di raddoppiare il turno. L’unico sistema per coprire il servizio. Di fatto, hanno raddoppiato i posti letto e la rete d’emergenza, senza prevedere l’aumento del personale. Ma adesso siamo vicino al punto di non ritorno se non accelerano le pratiche e non aumentano le chiamate per i nuovi ingressi». Un allarme che potrebbe diventare emergenza. Anche per gli operatori che si sono contagiati: come al policlinico Umberto I dove in 13 sono risultati positivi e tutti in servizio al pronto soccorso. 
Prosegue intanto il potenziamento della rete regionale nei drive in.

I DRIVE IN
L’ultimo, attivato ieri, a Ponte Mammolo nella Asl Roma 2. Mentre il drive in pediatrico del Sant’Andrea ha prolungato l’orario: dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18; domenica dalle 9 alle 13. Sarà invece operativa da martedì (27 ottobre) la piattaforma per accedere alla prenotazione on line: tutti i drive di Roma saranno accessibili solo su prenotazione e sarà possibile accreditarsi dal giorno precedente. Per la registrazione, occorre avere la ricetta dematerializzata e il codice fiscale. Ma la pressione nelle strutture allestite è altissima con le richieste che continuano a crescere. Al drive in al centro carni della Palmiro Togliatti, dove è già partita la sperimentazione con la prenotazione on line, ieri mattina fila dall’alba c’erano anche i “non prenotati”. Quando gli è stato comunicato che avrebbero dovuto dare la precedenza ai registrati, è scattata la protesta. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di zona per ripristinare la calma. Al San Camillo Forlanini invece, la fila di auto in attesa era così lunga che è stato necessario deviare le linee dei bus in transito sulla circonvallazione Gianicolense. 

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