Covid Roma, lockdown di quartiere: il piano contro i focolai. A Latina mascherina obbligatoria sempre

Mercoledì 23 Settembre 2020 di Fabio Rossi e Flaminia Savelli
Covid Roma, lockdown di quartiere: il piano contro i focolai. A Latina mascherina obbligatoria sempre

Cresce il numero dei positivi e dei morti giornalieri, e con loro anche quello dei malati di Covid-19 ricoverati in terapia intensiva: ieri in Italia sono stati registrati 1.640 nuovi contagi, contro i 1.392 del giorno precedente, e 20 decessi, sei in più di martedì. A tenere in apprensione c’è il caso Lazio, con un numero di infezioni che continua a salire (ormai superiore a quello dei giorni più duri di marzo e aprile) e le prime contromisure: a Latina, almeno fino al 15 ottobre, sarà obbligatorio indossare mascherine anche all’aperto, pena una multa da cento euro, mentre a Roma si va verso mini lockdown locali.

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LA CURVA
L’incremento dei nuovi positivi di ieri può essere spiegato in parte con il record di tamponi eseguiti: 103.696 - il numero più alto dall’inizio della pandemia - con un aumento di sedicimila esami in più rispetto al giorno precedente. Ed è ancora la Campania, per la seconda volta in una settimana, ad avere il dato più alto con 248 nuovi contagi, seguita dalla Lombardia (più 196) e dal Lazio (più 195). Complessivamente sono 46.114 i malati, 625 in più in 24 ore, con cinque pazienti in più nelle rianimazioni, che portano il totale a 239, e un incremento di 54 persone negli altri reparti (per un totale di 2.604). In questo contesto è sotto osservazione la situazione del Lazio: ieri il bollettino della Regione ha registrato 195 casi, di cui 135 nella Capitale, e tre decessi. «Ci attendiamo un lieve incremento dell’indice RT, ma sotto il valore 1», spiega Alessio D’Amato, assessore regionale alla sanità. Il numero di attuali positivi è il più alto dall’inizio dell’emergenza coronavirus (6.184), anche se rispetto ai primi mesi dell’epidemia è molto più alta l’incidenza degli asintomatici sul totale degli infetti. Aumentano però anche i ricoveri in terapia intensiva: ora sono 32, di cui 14 all’istituto Spallanzani. Ma siamo ancora lontani, in questo caso, dai picchi registrati a inizio aprile, quando nel Lazio erano circa 200 i pazienti più gravi ricoverati in questi reparti.
 

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"Su oltre 9 mila tamponi oggi nel Lazio si registrano 195 casi di questi 135 sono a Roma e tre i decessi.

Bisogna mantenere alta l'attenzione, ci attendiamo lieve incremento RT, ma sotto il Valore 1", dichiara l'assessore D'Amato. DRIVE IN PEDIATRICI "Dal 24 settembre saranno distribuite le prime 400 mila dosi del vaccino antinfluenzale alle Asl.


LE MISURE
Nella Capitale sono i cluster familiari a preoccupare, con un andamento del contagio costante e a macchia di leopardo: «I contagi nelle famiglie, o nei piccoli nuclei, possono esplodere. Potrebbe accadere ciò che abbiamo registrato nelle case di cura. Ora più che mai dobbiamo velocizzare i tempi per riconoscere i positivi, gli asintomatici e isolarli».

L’allarme lo lancia Pier Luigi Bartoletti, responsabile dell’Uscar, l’ unità speciale della Regione Lazio. «In questo caso solo con una diagnosi rapida possiamo controllare la trasmissione all’interno dei nuclei familiari. Ormai è chiaro che questo virus muta – sottolinea - Dobbiamo farci trovare pronti a cambiare il protocollo di intervento e la strategia. Come è accaduto nei mesi estivi, quando abbiamo scoperto un’alta percentuale di “contagi da rientro” e di turisti in arrivo». L’ipotesi è procedere con “mini lockdown”, zone di contenimento da isolare e sorvegliare: condomini e piccoli quadranti della città. «L’attenzione ora è nelle scuole - spiega Bartoletti – che sono riprese il 14 settembre. Per capire cosa sta accadendo dobbiamo però attendere almeno 20 giorni». E sono già in corso le prime influenze stagionali: «Ora più che mai dobbiamo essere in grado di distinguere una normale influenza dal coronavirus», conclude il responsabile Uscar.

A Latina, e negli altri comuni della provincia, diventa intanto obbligatorio indossare la mascherina anche all’aperto. Scuole chiuse, inoltre, nel sud Pontino. A Formia, dove l’obbligo di mascherina era già in vigore - e si era ventilata anche l’ipotesi di istituire una “zona rossa” - l’apertura degli istituti comunali è slittata a lunedì prossimo. Le superiori, invece, inizieranno oggi, ma con la didattica a distanza. Una misura che coinvolgerà seimila studenti dei comuni di Formia, Gaeta, Itri e Minturno.

 

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Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA