La crisi continua.
Roma, per l'effetto-Covid nuovo crollo delle prenotazioni dei turisti: «Chiudono altri 280 hotel»
La polemica
Una situazione tanto drammatica che la sindaca Raggi, durante la conferenza Governo-Regioni di lunedì sulle nuove misure anti-Covid, si è fatta avanti chiedendo aiuti economici al presidente Giuseppe Conte: «Ho chiesto risorse per ristoranti, negozi, hotel - ha spiegato la prima cittadina - risorse per commessi, camerieri, dipendenti, proprietari, fornitori: donne e uomini che hanno timore per il proprio futuro». Aiuti che i ristoratori aspettano: « Siamo in attesa delle agevolazioni sulla Tari» spiega Luciano Sbraga, direttore Fipe - Confcommercio. Che precisa: « Ognuno in questo momento deve fare il suo. Ben vengano le riduzioni sulla Tari, dall’amministrazione però ci aspettavamo di più». Il riferimento è alla mozione, bocciata martedì dall’Assemblea capitolina con l’astensione dei consiglieri del M5s, sulla apertura della Ztl nel centro storico, Trastevere e Tridente.
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«È stato un errore bocciare questa misura- sottolinea Sbraga - dare la possibilità ai romani di arrivare in macchina in centro, avrebbe aiutato e molto. Apprezziamo il gesto della sindaca - aggiunge - ma ci aspettiamo un intervento più decisivo anche per lo sblocco della Ztl. Inutile dire quanto ci aiuterebbe con l’attivazione del nuovo orario di chiusura». Alla lista di bar e ristoranti, si aggiungono poi gelaterie, bar, pizzerie al taglio e tutto il comparto legato allo street food. Un giro d’affari da 15 milioni di euro e una perdita, con la chiusura anticipata, da 150 milioni di euro. Ma secondo Valter Giammaria, presidente di Confesercenti per le cifre definitive «saranno indicativi i prossimi due giorni». E precisa: «È chiaro che sappiamo già quanto sarà difficile affrontare ulteriori restrizioni. Anche perchè, più regole ci saranno e meno spazio avrà l’economia locale per riprendersi».
Le reazioni
Il “coprifuoco” peserà pure sui locali che puntano su drink e apertivi: «Dopo mesi di incassi distrutti e aiuti mai arrivati, questo sarà un secondo lockdown» commenta uno dei gestori del Tyler a Ponte Milvio: «Siamo i primi a rispettare le nuove regole ma abbiamo già calcolato che con la disposizione, incasseremo il 30% in meno». Una stima che si allarga dal Banana Republic a Be.re nel quartiere Prati, fino alla lunga fila di pub tra il Gazometro, Tratevere e Testaccio. E ancora a San Lorenzo e piazza Bologna. Tanti infine quelli che hanno provato a trasformare le sale da ballo, circa 100 in tutta la città: «Hanno tentato di superare questa crisi offrendo nuovi servizi - spiega Antonio Flamini, presidente Silb - ma con le nuove direttive non c’è possibilità. Non riusciamo ad andare avanti in queste condizioni».
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