Un universitario di Ostia è risultato positivo alla variante inglese del Covid-19.
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IL TRACCIAMENTO
Le Asl sono state allertate dal Ministero della Salute due settimane fa. Dal 30 gennaio, per ordine del governo, il tracciamento dei contatti è stato rafforzato. Ma come? Mancano tracciatori, gli 007 del virus. In tutta la Asl Roma 3, un territorio che si allunga da Monteverde al lungomare di Ostia, dal Gianicolense a viale Marconi, si occupano di dare la caccia alle varianti 3 medici. Tre. Nella Asl Roma 2, che copre un territorio dove abitano 1 milione e 400mila persone, gli specialisti per le varianti sono sempre 3. «Ma siamo alla ricerca di rincalzi che ora svolgono altre mansioni - spiega Fabio Vivaldi, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’azienda - la guerra è ancora lunga, finora abbiamo vinto una battaglietta. Ma ci faremo trovare pronti, come dall’inizio della tempesta».
I NEO-LAUREATI
All’Asl Roma 1 si occupano di tutto il contact tracing in 20 tra medici e assistenti sanitari. Non c’è un pool vero e proprio per scovare le forme emergenti e più insidiose del virus. «Tutti quelli che fanno il contact tracing se si imbattono in una variante la gestiscono», chiarisce Enrico Di Rosa, capo della Prevenzione di un’azienda sanitaria che si estende dal centro storico alla Cassia. Nella Asl Roma 4, che interessa Civitavecchia e molti centri del litorale come Ladispoli, il team dei cacciatori del virus (non solo per le varianti, ma per tutti i contagi) è composto da 7 interni, più altrettanti neo-laureati ingaggiati d’urgenza nei mesi scorsi. Ragazzi a cui vengono affidate tante mansioni, per esempio i tamponi, alla bisogna. «Se questa pandemia ci ha insegnato qualcosa è che bisogna adattarsi con quello che passa il convento», racconta Simona Ursino, capo del Servizio Prevenzione dell’Asl Roma 4, in prima linea ormai da un anno tra tamponi e vaccini. Della serie, arrivano i rinforzi: lo Spallanzani ha lanciato un super-pool di esperti, per sequenziare tutti i campioni che affluiranno da ogni parte del Lazio. Ma è fondamentale che la rete sia sufficientemente forte e larga alla base, per riuscire a scovare i casi sospetti prima di mandare i prelievi all’istituto nazionale per processarli.
La variante britannica spaventa per la velocità con cui si propaga. Ecco perché anche una festa può con maggiore probabilità trasformarsi in un cluster. Nella notte tra venerdì e sabato, in 34 sono stati multati dalla polizia per un party illegale in un ristorante in zona Farnesina (la segnalazione è partita dall’app YouPol), mentre i carabinieri hanno sanzionato 7 persone per una festa in casa a piazza Farnese. A San Lorenzo, solite scene: ressa e piazza chiusa coi nastri della Municipale.