Il lockdown per i non vaccinati è una misura «praticabile», è convinto Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio e braccio destro di Zingaretti. «Se ci saranno ulteriori restrizioni, è giusto che ricadano su chi è stato meno responsabile». Per la Capitale prevede un Natale in zona bianca, «ma dopo Capodanno potremmo passare in giallo, effetto dei cenoni».
Assessore, ieri il bollettino del Lazio segnava quasi 2mila casi e 900 ricoverati. Un mese fa erano meno della metà. È preoccupato per le feste?
«Oggi i contagi crescono, ma con una velocità inferiore a quella di qualche settimana fa. Nel frattempo stiamo correndo con la terza dose e anche chi non si è mai vaccinato sta facendo la prima. L’anno scorso avevamo 2.500 ricoverati in più. Teniamo conto di una cosa: i non vaccinati in percentuale sono pochi, ma parliamo comunque, solo nel Lazio, di 400mila persone. Soprattutto nella fascia d’età 40-49 anni. I 20enni si sono vaccinati di più».
La terza dose servirebbe anche ai minorenni?
«Sì, aumenta di molto la copertura. Serve un solo vincolo, a livello nazionale, che è quello dei 150 giorni dal richiamo. A prescindere dall’età. Parlo della fascia degli under 18, i liceali che hanno già fatto il richiamo da più di 5 mesi. Per i bimbi più piccoli, tra i 5 e gli 11 anni, saremo la prima regione d’Italia a partire con i vaccini, oggi».
Il Veneto riapre gli ospedali Covid. Il Lazio?
«Abbiamo un sistema a fisarmonica. Oggi i posti letto ci sono. Ma siccome 400mila non vaccinati rappresentano un potenziale di rischio enorme, siamo pronti per ogni eventualità. Però non siamo nelle condizioni del Veneto».
Niente zona gialla a Natale quindi.
«No, dopo Capodanno però potrebbe esserci un cambio di fascia. I nostri tecnici considerano l’effetto feste e cenoni. Ma non ci sarebbero stravolgimenti rispetto a oggi, la mascherina all’aperto è obbligatoria già in molte zone e i 4 posti a tavola al ristorante sono largamente diffusi».
Altri Paesi hanno adottato il lockdown solo per i no-vax. È una scelta che condivide?
«Se ci deve essere un lockdown, è giusto che sia solo per i non vaccinati. Non può essere penalizzato chi ha mostrato il massimo livello di collaborazione e responsabilità. Con i numeri attuali, non mi aspetto che si arrivi alla necessità di un lockdown, ma il virus ci ha insegnato che è imprevedibile. E se ci fossero ulteriori restrizioni, non devono essere generalizzate».
Un primario di Padova propone di riammettere in corsia i medici no-vax.
«Una follia, sia dal punto di vista etico che sanitario: abbiamo visto nelle Rsa come gli operatori non vaccinati siano un veicolo del contagio».
Lo stato d’emergenza va prorogato?
«La forma la deciderà il governo. Conta la sostanza: rimangano le azioni di contenimento del virus e le modalità di approvvigionamento dei vaccini».
Domanda politica: diversi retroscena la danno in pole come candidato governatore del post Zingaretti. Solo rumors?
«Guardi, ho rinunciato a fare il capolista del Pd in Campidoglio e il deputato a Primavalle. Ora la priorità è il Covid. Sono un uomo del fare, un mediano. Il resto si vedrà. Sicuramente va preservata l’esperienza del governo Zingaretti, un fronte avanzato del riformismo italiano. E l’esperienza rosso-gialla andrebbe allargata».