Covid, nel Lazio pronta nuova stretta: lezioni a distanza in licei e università, stop allo sport per gli under 18

Sabato 17 Ottobre 2020 di Camilla Mozzetti e Francesco Pacifico
Covid, nel Lazio pronta nuova stretta: lezioni a distanza in licei e università, stop allo sport per gli under 18
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Un picco di contagi mai raggiunto prima (795 in tutto il Lazio, 342 a Roma). L’Istituto Spallanzani - il principale baluardo ospedaliero nella lotta al Coronavirus non solo della Capitale - che non accetta più malati non Covid. E, se non bastasse ancora, la giunta Zingaretti è pronta a fare una stretta sui comportamenti dei suoi abitanti con didattica a distanza obbligatoria per tutte le scuole superiori e le università, lo stop allo sport all’aperto e al chiuso per gli under18 e un’accelerazione nello smart working.

Il governatore attende soltanto le decisioni che si prenderanno questa mattina nel vertice tra governo e Conferenza delle Regioni prima di firmare l’ordinanza. In caso contrario potrebbe andare avanti per la sua strada.

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LA CURVA IN SALITA
L’emergenza, come la curva, sale in maniera preoccupante. Ieri nuovo record: si sono registrati 795 positivi in tutta la Regione (342 a Roma) contro i 594 casi nel Lazio (307 nella Capitale) del giorno prima. Ma dietro questo balzo c’è anche un aumento dei tamponi effettuati: 20mila contro 16mila. Da segnalare poi 5 decessi, 98 ricoverati nelle terapie intensive e 78 guariti. Non a caso l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato ha parlato di «livello arancione», cioè prima del rosso. «Ma temo un peggioramento della situazione». A Roma fanno paura soprattutto i link familiari. Nella Asl Roma 2, per esempio, su 154 casi nelle ultime 24 ore quaranta sono di questa natura, nella Roma 3 su 51 38 si sono contagiati tra le mura domestiche. Sempre nella Capitale si registrano sei vigili del fuoco positivi (3 casi al Tuscolano II, 1 al Nomentano e 2 presso la sede centrale di via Genova). Altri trenta pompieri sono in quarantena e tre sedi operative su 29 sono chiuse. Al riguardo i sindacati denunciano che molti turni nelle caserme «sono scoperti». Nella Asl Roma 5, è scattata al Nomentana Hospital di Tor Lupara un’indagine epidemiologica, dopo aver individuato un paziente in fase di pre-ospedalizzazione e 19 casi.

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Altro campanello d’allarme arriva dallo Spallanzani, dove sono ricoverati 203 pazienti, dei quali 25 in terapia intensiva e che da ieri accetta solo pazienti Covid. «Questa disposizione, concordata con la direzione sanitaria e con tutta la rete ospedaliera del Servizio sanitario regionale spiegano dall’Unità di Crisi regionale - è necessaria per garantire la disponibilità dei posti letto per l’emergenza SARS CoV-2. Nell’istituto per le malattie di Roma c’è un aumento dei ricoveri e al momento la capienza è al 60-70 per cento». 

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Intanto, come detto, la Regione Lazio è pronta a una stretta sulle abitudini dei suoi cittadini per limitare i contagi. In realtà ieri mattina l’ordinanza, negli uffici di via Cristoforo Colombo, era già scritta. Al centro del provvedimento la didattica a distanza negli istituti superiori e nelle università, facendo tenere le lezioni a casa e non in classe per almeno 400mila studenti. Nessun cambiamento invece per gli allievi di nidi, asili, elementari e medie, anche per venire incontro ai genitori che vista l’età faticano a lasciarli soli. Sempre nell’ordinanza è prevista l’interruzione di ogni attività sportiva (all’aperto e al chiuso) per i minori di 18 anni. Ma la Regione punta molto sull’aumento dello smart working. L’ultimo Dpcm “consiglia” alle realtà pubbliche e private di aumentare il livello di lavoro a casa dal 50 al 70 per cento. La Pisana vorrebbe arrivare anche all’80 per cento, ma tecnicamente può farlo soltanto nelle amministrazioni pubbliche e le partecipate di sua diretta competenza.

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Già negli scorsi giorni sono partiti dagli uffici di via Cristoforo Colombo delle lettere ai mobility manager delle aziende private e dei ministeri presenti nel Lazio per chiedere di ampliare il numero di dipendenti che lavorano da casa. Anche perché la giunta vede questa come unica strada per ridurre gli assembramenti sui mezzi pubblici. Sempre ieri, in Regione, si discuteva anche di una riduzione degli orari di bar e ristoranti, portando la chiusura alle 22. A spingere Zingaretti a prendere tempo - nel pomeriggio si è tenuto un vertice con l’assessore D’Amato - l’impegno da ambienti del governo di tenere in considerazione le richieste del Lazio. Ma il governatore avrebbe fatto capire all’esecutivo di andare avanti con la sua ordinanza se dal vertice di questa mattina non arriveranno sostanziali restrizioni.

 

Ultimo aggiornamento: 18:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA