Covid Roma, l'addio a Lucianone il gigante buono del pronto soccorso stroncato dal virus

Lunedì 16 Novembre 2020 di Alessia Marani
La bara dell'infermiere sul prato del San Filippo Neri

La bara e i fiori sul piazzale dell'ospedale per dire "addio" a Luciano Quaglieri, l'infermiere di 48 anni stroncato dal Corvid-19 sabato scorso dopo settimane di ricovero.

Un abbraccio ideale e commosso a "Lucianone", il  gigante buono del Pronto soccorso del San Filippo Neri, è partito dai tanti colleghi che gli sono stati al fianco in questi anni e che gli hanno voluto bene, tra gli applausi e la commozione dei pazienti affacciati dalle finestre. Tra i tanti, così l'ha voluto ricordare Antonella, una collega, che gli ha dedicato un lungo e affettuoso post su Facebook: «Oggi sul prato antistante l'ospedale un popolo intero ti ha pianto, medici, infermieri, paramedici e persino i malati affacciati ai balconi ti hanno dato commossi ultimo addio. Vorrei che la gente comune potesse sapere cosa abbiamo provato, il silenzio assordante, il freddo dentro l anima, il dolore rabbioso per l impotenza di fronte ad una cosa più grande di noi. 

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Eri un fratello sai? Eri un fratello per tutti noi ma non te l'abbiamo mai detto ..che certe cose le capisci solo dopo, quando ormai è troppo tardi. Il gigante buono della sala rossa del dea che col suo sguardo bonario e sicuro ti incuteva serenità anche di fronte alle urgenze più impegnative. Oggi mi sembra di non poter più sorridere ... perché mio fratello è morto. Oggi mi sembra di non poter più sorridere perché il mondo non lo sa cosa proviamo noi che continueremo il nostro lavoro senza di te. Alzi la testa e ricominci. Oggi mi sembra di non poter sopportare più la superficialità e l'ottusità di chi non si mette in gioco, di chi non vede oltre il suo naso, di chi si lamenta dei suoi piccoli guai. Il tuo funerale non è finito oggi perché con nostro fratello è morto anche un pezzetto di noi. Ciao Lucianone». Il giardino dell'ospedale, ha fatto sapere la Asl Roma 1, ora, sarà dedicato all'infermiere scomparso.

I CONTAGI IN OSPEDALE

La questione dei contagi tra operatori sanitari, dagli addetti alle pulizie ai medici, è una delle criticità maggiori legate all'emergenza Covid. La Regione Lazio la scorsa settimana ha emanato una direttiva inviata a tutte le direzioni generali delle Asl raccomandando screening a tappeto attraverso i tamponi rapidi antigenici, più facilmente reperibili sul mercato. «Oltre all'infermiere - spiega Roberto Chierchia della Cisl Fp - è deceduto per Covid anche un dipendente dell'Umberto I e solo qui la soglia degli infetti tra gli operatori ha superato le 120 unità. L'unico screening di massa è stato effettuato durante la prima ondata e, finora, non è più stato ripetuto, ma effettuato a macchia di leopardo e nel caso vi fossero delle positività emerse in determinati ambiti o reparti. Solo ora, evidentemente anche per questioni logistiche dovuto all'approvvigionamento dei tamponi, si decide di rifarlo. Ma i tamponi vanno fatti su tutto il personale e con cadenza regolare». 



 

Ultimo aggiornamento: 21:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA